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  • Inter e Juve spendono con 200 milioni di debiti, il Milan no con molti meno. Strategie che fanno polemica

    Inter e Juve spendono con 200 milioni di debiti, il Milan no con molti meno. Strategie che fanno polemica

    • Emanuele Tramacere
    Dusan Vlahovic alla Juventus e Robin Gosens all'Inter sono i due affari che stanno sconvolgendo questa ultima settimana di calciomercato invernale. Due operazioni inaspettate soltanto qualche giorno fa e che mirano a ridisegnare gli equilibri di questo campionato, ma che hanno anche inevitabilmente scosso (in positivo e negativo) i tifosi del nostro calcio che si stanno chiedendo come possano due club così indebitati spendere queste cifre in questo mercato. Un'accusa mossa anche e soprattutto dai tifosi del Milan, il club che forse più necessitava di rinforzi dati i problemi di infortuni e assenze, ma che, invece, ha scelto una gestione completamente differente di questo mercato di gennaio.

    TUTTO PARTE DAI BILANCI - La risposta a questa disparità di vedute va inevitabilmente cercata nei numeri, quelli dei bilanci, perché è da lì che le aree sport delle società partono per capire quanto e come si può andare ad incidere sul mercato. Bilanci, quelli chiusi lo scorso 30 giugno, pesantemente in rosso per Inter (-245,6 milioni) e Juve (-210 milioni), con deficit più contenuto per il Milan (-98,2 milioni), e che hanno portato nel corso di questa annata le rispettive dirigenze a muoversi con modalità e formule differenti al fine di provare a ritrovare una quadratura. La Juventus ha scelto di ripianare attraverso un aumento di capitale tramite emissioni di nuove azioni, l'Inter attraverso nuove entrate da sponsorizzazioni (maglia su tutte) e Player Trading, oltre che con il lancio del nuovo bond da 415 milioni, mentre il Milan ha avuto ancora da Elliott nuovi versamenti in conto-economico. In sostanza quella del Milan è l'unica proprietà che è intervenuta direttamente con iniezione di liquidità propria.

    STRATEGIE DIFFERENTI - Proprio questo modo di gestire le finanze è alla base anche delle motivazioni che stanno portando i club ad una gestione del mercato così differente. Da quando Elliott è subentrato a Yonghong Li, la prospettiva è sempre stata quella di un rientro graduale dei costi aggiungendo e generando valore con l'acquisto di giovani talenti. No a spese folli, no alla generazione di altro debito con l'obiettivo unico di centrare la qualificazione alla Champions League. Obiettivo unico che è lo stesso di Inter e Juventus che però, per centrarlo, hanno deciso di mantenere alta la competitività attraverso investimenti con basso impatto nell'immediato, ma ampio margine sul futuro.

    PLAYER TRADING - È solo una scelta strategica? In parte sì, ma non solo. Molto si rifà ad una terminologia che tanti tifosi hanno iniziato ad imparare nel corso degli ultimi anni e che, volente o nolente, condiziona i bilanci societari: il player trading. Sostanzialmente, Inter e Juventus hanno scelto di intervenire oggi utilizzando una piccola parte del budget già previsto nel piano di sviluppo (quello della Juventus ad esempio prevede il pareggio di bilancio nel 2024), ma impegnandosi in costi importanti in ottica futura, consci del fatto che il proprio parco giocatori possa generare introiti sufficienti e maggiori al fine di rientrare delle spese. Di fatto quanto fatto dall'Inter in estate con le cessioni di Hakimi e Lukaku che hanno messo in sicurezza i conti del club guidato da Suning. Una strategia che, invece, il Milan non vuole adottare poiché il piano di Elliott, in fondo, resta quello di riportare il club in sicurezza con il più alto valore di asset possibili per poi trovare un nuovo compratore.

    LA CHAMPIONS E LA UEFA - C'è però di più e qui entrano in gioco fatturati e ricavi. L'ex presidente della Figc, Carlo Tavecchio, intervistato oggi da 1 Station Radio parlando delle spese di Inter e Juve ha sottolineato: "I bilanci sono visionati dalla COVISOC. Se un bilancio se ha delle fideiussioni personali si tende a recuperarlo, significa che ci sia la capacità economica per far fronte ai debiti". Una forza che per Inter, Milan e Juve è potenzialmente enorme date le 3 famiglie/fondi alle spalle, ma che si basa anche su quanto i club sono capaci di incamerare e introitare nel corso dell'anno. Juve e Inter hanno oggi un fatturato ed entrate più alte di quelle del Milan, che in questa annata aumenteranno dato l'accesso agli ottavi di Champions delle prime due e l'eliminazione dei rossoneri dalle competizioni Uefa. Una Uefa che ha inoltre per ora ancora tenuto congelato il discorso sanzioni sul Fair Play Finanziario limitandosi (e l'abbiamo appreso dai documenti del bond emesso dall'Inter LEGGI QUI) a sottolineare i club che stanno sforando (la Juventus è a rischio e l'ha confermato al momento dell'aumento di capitale, mentre per il Milan era previsto a inizio stagione un confronto per il settlement agreement del passato). In sostanza, Inter e Juventus (ma anche la Roma) stanno scegliendo di investire nel lungo periodo sfruttando la garanzia di asset e risorse del futuro con entrambe consce del fatto che il debito di oggi potrà essere ricoperto domani. Due motivazioni che il Milan, ma anche il Napoli ad esempio, non vuole prendere in considerazione. 

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