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Perché il team USA nel basket alle Olimpiadi si chiama "Dream Team"
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Il 1992 - Michael Jordan, Magic Johnson e Larry Bird. Poi Scottie Pippen, Charles Barkley, David Robinson, Pat Ewing, Karl Malone, John Stockton, Chris Mullin, Christian Laettner e Clyde Drexler. Un roster impressionante. “Era come se avessero messo insieme Elvis e i Beatles”. La storica frase del compianto Chuck Daly, allenatore del primo, unico, “Dream Team”, non è un’iperbole. Quel gruppo di 12 giocatori iconici che nel giugno 1992 si misero insieme per preparare le Olimpiadi di Barcellona. Da allora nacque il mito del “Dream Team”.
Numeri pazzeschi - 136 a 53 nella prima partita di qualificazione olimpica contro Cuba. Poi nel torneo pre Olimpico battute anche Canada (105-61), Panama (112-52), Argentina (128-87) nella fase a gironi, Portorico (119-81) in semifinale e Venezuela (127-80) in finale. Lo show continuò a Barcellona, dove gli Usa vinsero la medaglia d’oro senza mai chiamare un timeout, con uno scarto medio di 43.8 punti, segnandone 117.3 a partita. Quella che si avvicinò di più fu la Croazia, sconfitta di 32 punti in finale.
Nessuno come quel Dream Team - Gli Stati Uniti hanno ovviamente vinto altre medaglie d’oro importanti da allora (tutte le ultime sette Olimpiadi, ad esempio), ma quella squadra da sogno (o dei sogni) rimarrà per sempre nella memoria di qualsiasi appassionato di basket. Tutte le divinità schierate insieme per dominare il mondo, in un’esibizione collettiva che difficilmente verrà ripetuta in futuro.