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    Perche a 'nonno Berlusconi' non si deve togliere il giocattolo Milan

    Perche a 'nonno Berlusconi' non si deve togliere il giocattolo Milan

    • Marco Bernardini
    Hanno fatto il giro del mondo in identica misura di quelle che lo mostravano in dolcissima compagnia femminile. Le agenzie di stampa e i siti in live sono stati “invasi” nei giorni scorsi delle istantanee e dai filmati che mostravano Silvio Berlusconi mentre, con amorevole cura, allattava con il biberon un cucciolo di agnello. Sullo sfondo pascolavano beati altri quattro ovini adulti. Dopo il barboncino bianco, ecco un altro gruppo di animali che sono entrati a far parte in adozione della famiglia allargata dell’ex presidente del Consiglio.

    Un messaggio,
    chiaro e significativo, che lo stesso Berlusconi ha voluto lanciare a tutti coloro i quali a ridosso della Pasqua ormai imminente stanno programmando il menu festivo arricchendolo con il classici e tradizionale arrosto di capretto o di agnello con patate. Senza il bisogno di essere vegani o vegetariani, occorre apprezzare dando grande merito alla scelta mediatica e animalista di Berlusconi il quale, ce lo auguriamo, ha abbracciato pubblicamente questa filosofia ”non violenta” per ragioni che vanno oltre la propaganda politico-eletorale-populista ma le quali dovrebbero far capo ad un convincimento consapevole e reale. In perfetta sintonia, insomma, con la filosofia della sua giovane compagna e della sua ex ministra Brambilla.

    Silvio Berlusconi, non è un mistero per nessuno, avrebbe intenzione di continuare a esercitare in maniera attiva e vincente quel ruolo di politico e pesino di leader del quale è stato privato negli ultimi anni per le ragioni che anche i sassi conoscono. La sua ambizione di poter tornare a “dirigere” l’Italia in un futuro molto prossimo lo spinge ad agitarsi e a darsi da fare al pari di un giovincello. Sarà dura e manco troppo logica. Un poco come Giovanni Trapattoni, con i necessari distinguo, il quale mi dicono stia vivendo un momento di acuta depressione perché avrebbe in animo di poter tornare a sedersi si una qualsiasi panchina pur di non sentirsi tagliato fuori da quella che è la sua ragione di vita e cioè il mondo del pallone. Arrendersi all’età  non è bello e neppure salutare. Però ignorare che ciascuna stagione della vita presuppone una condizione sociale e pubblica ben precisa non è affatto normale.

    In ogni caso le immagini di Berlusconi e dei suoi nuovi protetti a quattro zampe suscitano un bel po’ di tenerezza e impongono una riflessione, forse scontata, sulla terza (oramai quarta) età raggiunta da nonni e bisnonni i quali fatalmente tornano ad essere molto bambini come vuole il naturale e immutabile teorema dell’esistenza umana. Ai bambini, si sa, è vietato strappare di mano i loro giocattoli preferiti. Addirittura delittuoso, poi, privarli del “primo orsetto” o della “copertina di Linus. Il trauma sarebbe troppo violento.

    L’orsetto o la copertina di Silvio Berlusconi si chiama Milan. Un ”compagno” dalla valenza ancor più nevralgica per lui che continua ad essere il padrone della società da egli stesso rifondata e portata agli onori del mondo. Il “ballo del closing”, non più cinese ma angloamericano, è sempre più sospetto e curioso, oltreché imbarazzante. Proprio come i bambini che chiedono alla mamma di poter dormire “ancora cinque minuti” per poter continuare a sognare. Sembra essere questa la richiesta di “nonno Silvio” ai suoi figli i quali del Milan non vorrebbero più sentir manco il profumo da lontano. Ma perché non accontentarlo? Gli anziani, come i bambini, vanno rispettati e possibilmente coccolati.
     

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