Percassi: 'Caldara e Kessié da Juve, ma non a gennaio'. Conti: 'La batto e poi...'
CON GASP - "A inizio stagione con Gasperini avevamo parlato di salvezza tranquilla, con il bel gioco e valorizzando il più possibile il settore giovanile: siamo a buon punto con tutto. I 40 punti sono il nostro traguardo, poi chissà cosa potrà succedere... L'avvio è stato difficile anche per episodi andati male: contro Lazio e Samp meritavamo di più. Gasperini era stato confermato davanti alla squadra da mio padre dopo il k.o. di Cagliari: nel calcio i risultati hanno un peso notevole, ma lui aveva la nostra piena fiducia. Magari c’era solo un problema di conoscenza reciproca. Ha avuto coraggio, e con i giovani ha accentuato quel processo di identificazione totale tra l’Atalanta e il suo territorio. E’ l’uomo giusto nel posto giusto".
SFIDA ALLA JUVE - "E' fuori portata. C’è una differenza di valori notevole e vincerà lo scudetto, ma ho due rimpianti: l’assenza di Gagliardini e il non giocare a Bergamo. A Torino sarà durissima, ma non partiamo battuti: vorrei un’Atalanta da battaglia, che giochi con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Provarci non costa nulla. La Juve è l’unica big contro cui non abbiamo mai fatto punti: sarebbe un bel regalo di Natale da parte dei nostri giocatori".
ATALANTA COME IL LEICESTER - "L’accostamento fa piacere, ma noi non vendiamo sogni irrealizzabili. Dire a inizio anno: 'Andiamo in Europa' sarebbe una follia. L’accordo sui diritti tv non ha accorciato le distanze tra le grandi e le medio-piccole. Noi quindi possiamo garantire stabilità e bilanci a posto. Se verrà l’Europa saremo in grado di sostenere un impegno del genere: non ci tireremo indietro".
STADIO E MUSEO - "Entro fine giugno ci sarà il bando per l’assegnazione dello stadio. E’ un passaggio importante ma noi intanto lo abbiamo già rifatto per metà investendo 6 milioni. Aspettiamo il bando del Comune. Se lo stadio sarà nostro potremo sviluppare altre idee: un Museo dell’Atalanta lì ci starebbe bene".
MERCATO ESTIVO - "Sembrava che avessimo smantellato tutto cedendo Cigarini e de Roon. Invece eravamo convinti di aver costruito una squadra adeguata al progetto, competitiva, tenendo d’occhio il bilancio che è la priorità. Noi non portiamo a casa utili, ma investiamo ogni anno. E i risultati del settore giovanile non arrivano per caso: Gasperini ha fatto maturare velocemente i frutti del grande lavoro di scouting di Sartori e Costanzi. Ogni anno 6 milioni vengono destinati ai giovani e alle strutture che verranno ampliate: finora abbiamo speso quasi 50 milioni. In Coppa Italia col Pescara il nostro allenatore ha lanciato Bastoni, Capone e Latte. Presto ne vedremo altri: per tutti cito Melegoni, è un 1999".
MERCATO DI GENNAIO - "Siamo sempre più convinti di non voler toccare il giocattolo a gennaio. I nostri giovani sono già pronti per giocare nelle big, ma abbiamo la forza per dire no e rimandare certi discorsi a giugno. O magari possiamo avviarli adesso, ma trattenendo tutti fino al termine del torneo. Con il mercato nulla va escluso, ma se verrà fatto un sacrificio sarà per migliorarci. Kessie e la Juve? Straordinario, ha una forza incredibile, ma vuole restare da noi. Gagliardini? Fisico e tecnica, l’esplosione è merito di Gasperini".
PARLA GASPERINI - L'allenatore dell'Atalanta, Gian Piero Gasperini ha dichiarato in un'intervista a Tuttosport: "Il mercato di gennaio? All’Atalanta è cambiata la vita, ha la possibilità di scegliere il proprio futuro. Orizzonti e prospettive sono differenti. Io comunque sono già proiettato su ciò che verrà. Posso andare avanti così, ho altri Primavera bravi. Caldara e Kessie sono già pronti per la Juve? Altroché! Anche se li terrei volentieri un altro anno. Molto più pronti di altri che ho visto in alcune big. Servono conferme, ma è gente di valore. Sarà il presidente Percassi a stabilire cosa fare. Quella dell’Atalanta è una proprietà che ha sempre dentro di sé il forte desiderio di migliorarsi, con passi giusti. Mi rendo conto dell’aspetto economico, che porta soldi cinesi a Milano. Però non si fa calcio senza essere tifosi, della squadra e della città. Appartieni a una comunità, è un valore aggiunto. In passato sono stato vicino al Toro, almeno due volte. C’era sintonia con Cairo e Petrachi, una sfida che mi sarebbe piaciuto affrontare, ma forse quel mio terzo di vita bianconera è stato il freno più grosso".
PARLA CONTI - Il terzino dell'Atalanta, Andrea Conti ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport: "Batto la Juve e poi si vedrà. Il mio futuro? Ci penserò a giugno. Non lo so quello che accadrà perché già faccio fatica a pensare a domani. Intanto voglio disputare un grande campionato con l’Atalanta e un ottimo Europeo con l’Under, poi vedremo. Le voci di mercato su Juventus, Inter e Napoli? Indubbiamente fanno piacere e sono frutto del lavoro che stiamo facendo. Io però non mi concentro sul mercato, ma quello che devo fare in campo. Il mio idolo è Dani Alves. Lo ammiro fin dai tempi del Barcellona perché ha spinta e tecnica, ma stimo anche De Sciglio e Darmian. Purtroppo domani non potrò scambiare la maglia con lui perché è infortunato, ma troverò un altro campione. Higuain? Temo che la concorrenza sarà agguerrita. Dopo che il Calcio Lecco è fallito, nel 2002, i ragazzi del settore giovanile sono andati nelle società vicine. Io ero alla Virtus Valmadrera e fui notato da Atalanta, Milan e Inter. Al Milan feci un provino e fui preso, ma mio papà scelse l’Atalanta per la tradizione del vivaio. E’ stata la scelta più giusta. Se sono diventato quello che sono, lo devo all’Atalanta".