Getty Images
Per la Lazio l'Europa è una pratica già chiusa. Solo quattro titolari in campo? Anche troppi...
Eppure contro un Cluj a caccia del punto della sicurezza, la squadra B di Inzaghi ha esercitato un evidente dominio, grazie soprattutto alla vena di Luis Alberto e Correa, altra categoria rispetto a tutti gli altri attori. Sono stati giustamente loro a iniziare e concludere l'azione che al 24' ha risolto la partita: lo spagnolo ha servito il suo compagno argentino che ha triangolato con Adekanye, fatto secco Boli con un tocco di destro e infilato Arlauskis con una rasoiata di sinistro. Conferma di una forte vocazione offensiva: la Lazio ha costruito gol per la sedicesima volta consecutiva all'Olimpico. Ma la delizia ai buongustai del calcio i due ricamatori l'hanno servita al 40', quando Luis ha scavalcato l'avversario con un sombrero e fiondato al volo il compagno davanti alla porta; solo che qui Correa è ricaduto nelle trappole del passato divorando un gol facile.
Occorre dire che fra i due episodi c’è stato il palo pieno di Djokovic (fra i migliori dei suoi, compagno di Parolo nel Cesena di parecchi anni fa) con una bombarda da 25 metri, ma si tratta dell'unico pericolo corso dalla porta laziale nel primo tempo. Lazio ordinata e concentrata attorno ai due incantatori. Bravo Cataldi, play maker o mediano sempre più convincente, bravo Parolo anche come incursore. Centrocampo quindi solido di fronte ad un Cluj stretto nella propria metà campo, troppo rinunciatario e con una difesa più spesso a cinque che a quattro. Nonostante le due fasce poco propositive: Jony autore di un paio di spunti solo nella fase d'attacco e poco propenso - come al solito - nei ripiegamenti difensivi, Lazzari poco servito e ben controllato da Camora (si desterà solo nel finale sprintando nel contropiede).
I rumeni si sono fatti più coraggiosi alla ripresa del gioco, in particolare con gli innesti di Traorè e di Deac che han dato peso e qualità alla squadra, assegnando il ruolo di regista ad Emmanuel Culio, argentino di 36 anni che dall'Olimpico trae buona ispirazione: 11 anni fa, nella prima partita di Champions League, condannò la Roma ad una inattesa sconfitta rimontandola con due reti personali. Il secondo tempo è stato di marca romena: l'altra vecchia conoscenza italiana, il simpatico ex foggiano e genoano Dan Petrescu, ha trovato la chiave giusta e fors'anche la strada spianata dal calo laziale.
Dopo avere di nuovo fallito il 2-0 con Luis Alberto (voleva entrare in porta anziché spingere subito la palla in rete dopo il duetto di chiusura con Correa), Inzaghi ha dovuto richiamare sul campo l'esperienza di Lulic, Caicedo e Patric per arginare la pressione del Cluj. Per sua fortuna è salito alla ribalta Proto, al suo debutto stagionale, con almeno tre interventi risolutivi anche se con alcune incertezze nelle uscite, e in area è svettato Vavro, padrone dei palloni aerei, finalmente autore di un'ottima gara, la migliore da quando i 12 milioni spesi lasciavano sperare in un inizio migliore.
Sono queste le note più positive da parte laziale. Il giovanotto Adekanye, olandese di 20 anni e un percorso giovanile di lusso con le maglie di Barcellona, Ajax e Liverpool (e dico poco), ha mostrato grinta e velocità, un po' arruffone ma col merito di avere toccato a Correa la palla del gol vincente e l'attenuante di avere maturato prima d'ora solo 14 minuti d'esperienza nel calcio professionistico. Prossimo appuntamento a Rennes il 12 dicembre. Ma credo che la Lazio consideri la pratica Europa League già chiusa.
IL TABELLINO
Lazio-Cluj 1-0 (primo tempo 1-0)
Marcatori: 25' pt Correa
Assist: 25' pt Adekanye
Lazio (3-5-2): Proto; Bastos, Vavro, Acerbi; Lazzari, Parolo, Cataldi, Luis Alberto (35' st Patric), Jony (29' st Lulic); Correa, Adekanye (21' st Caicedo). All. Inzaghi.
Cluj (3-5-2): Arlauskis; Mike, Boli, Burca, Camora; Bordeianu (16' st Deac), Djokovic, Culio; Peteleu (27' st Susic), Omrani, Paun (21' st Traore). All. Petrescu.
Arbitro: Ali Palabıyık (TUR)
Ammoniti: 47' pt Djokovic (C), 12' st Adekanye (L), 22' st Traore (C)