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Per l'Inter il problema sono i soldi, non lo scudetto. Conte ringrazia Hakimi, l'unica differenza con il Verona
I suoi calciatori sono tutti miliardari ma tutti parlano di stipendi arretrati, e si sa che la ricchezza genera avidità. Il suo padrone ufficiale, un cinese, parla con i silenzi aiutati dalla lingua e dalla mascherina, La Superlega, che in fondo l’Inter sta ancora ufficialmente vivendo, ha soltanto complicato le cose, crederle ancora bisogna, crederle ancora è peccato.
Il primo tempo, all’insegna di un quasi nulla però plastificato bene, con giocate anche eleganti, registra in tutto, e al via, un madornalissimo (se esiste il superlativo) errore di Lautaro che solo davanti a Silvestri alza e si fa pure fischiar fallo sul portiere. Due tiri fuori a testa, una parata di Handanovic su Bessa. Possibilità di divagare, dunque, e per esempio di segnalare come ormai i tantisismi passaggi all’indietro, che molti chiamano schemi ma che per noi sono spesso tiritere e tradiscono incertezze e timidezze, ormai vengono eseguiti quasi con violenza, intanto che sono migliorate le capacità da parte di tanti giocatori di ammortizzare i pallonacci e renderli trattabili. Per chi sa di basket, è un’evoluzione che questo sport si concesse mezzo secolo fa.
Secondo tempo e se non fosse per le maglie verrebbe difficile capire chi è l’Inter dei 76 punti, chi il Verona da 35. Un bel sole, proprio come se si fosse nell’aprile avanzato di una volta, invita i giocatori al rinfresco, anche se non ancora quello ufficializzato dall’arbitro. Il signor Abisso ha poco lavoro, le mischie ci sono ma senza troppo scalciare, i giocatori sembrano volersi tutti bene. Lukaku è spento, Lautaro pare spesso acceso ma l’impegno basta solo a scaldare lui. Dopo una ventina di minuti cominciano i cambi che non cambieranno quasi nulla. Entra nell’Inter anche Sanchez, per Lautaro. Entra Darmian (uno dei parametri zero dell’economico mercarto di riparazione, gli altri sono stati Kolarov e Vidal, per chi li ricorda). Per fortuna (dell’Inter, ma anche del bel giocare a calcio) che in campo c’è un nerazzurro che non avrebbe problemi a giocare la famosa Superlega contro le corrazzate spagnole, si chiama Hakimi, è marocchino, ha frequentato il Real Madrid, pratica calcio vero a tutto campo, prende la traversa su punizione splendida, toglie la palla all’avversario Salcedo sotto la porta nerazzurra
... E intorno alla mezz’ora porta avanti il pallone che Darmian, abbastanza libero, mette in porta. E’ 1 a 0, vale eccome, Conte si fa sentire ma anche Juric urlicchia, i suoi reagiscono, c’è un qualcosa di buffo quando Faraoni di spalla manda la palla dentro la porta di Handanovic che sul pallone alto manco è saltato, sicuro lui come quasi tutti nel mondo che l’arbitro sta comunque fischiando un fuorigioco, una presuntissima carica irregolare al portiere, qualcosa insomma. E così è, niente gol e niente proteste, il mistero resto e amen.
E l’Inter con la classifica ancora corroborata fa festa grossa, e il Verona può giocare a pensare che Hakimi aveva il diritto di vincersi questo match, Hakimi il migliore in campo con gli altri tutti dietro di lui, a distanze siderali che esimono dal metterli in fila, in una partita in cui neanche i massimi esperti calcistici del mondo, che come si sa vivono in Italia, avrebbero distinto bene la squadra dei 76 punti diventati 79 e pronta a supergiocare solo contro squadre immense del pianeta da quella dei 41 rimasti 41.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Inter-Verona: 1-0
Marcatori: 31’ Darmian
Assist: 31’ Hakimi
Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi (dal 34’ s.t. D’Ambrosio), Barella, Brozovic (dal 34’ s.t. Gagliardini), Eriksen (dal 20’ s.t. Sensi), Perisic (dal 20’ s.t. Darmian); Lukaku, Lautaro (dal 26’ s.t. Sanchez).
Hellas Verona: Silvestri; Ceccherini (dal 1’ s.t. Dawidowizc), Magnani (dal 1’ s.t. Gunter), Dimarco (dal 27’ s.t. Udogie); Faraoni, Tameze (dal 20’ s.t. Salcedo), Ilic, Lazovic; Barak, Bessa (Dal 32’ s.t. Colley); Lasagna.
Ammoniti: Ceccherini (H), Magnani (H), Barak (H)
Espulsi:
Arbitro: Rosario Abisso (della Sezione di Palermo)