Per l'Inter di Inzaghi questo Milan è un libro aperto
‘VINTA A CENTROCAMPO’ CHE VUOL DIRE? - Cosa vuol dire ‘vincere una partita a centrocampo’? Dipende solo dalla qualità, dal numero e dall’intensità dei centrocampisti? Vi mostro un’azione emblematica della partita di ieri sera, dove il protagonista è Bastoni (quindi un difensore) e il problema sono i princìpi e la struttura del centrocampo del Milan. Il duello tra singoli giocatori c’entra relativamente.
Perché Krunic è così lontano da Tonali? Perché Brahim Diaz segue Calhanoglu in questa precisa situazione? Perché Bastoni sembra quasi attendere che gli si apra l’autostrada davanti?
Il Milan pratica un 4-2-3-1 con riferimento all’uomo molto forte, e Inzaghi ha trovato il modo di dilatarlo e penetrarlo a piacimento attraverso il proprio gioco. Ora con inserimenti-invasioni, rotazioni, ora col palleggio, ora con una semplice conduzione per vie centrali come questa di Bastoni. Insomma, Inzaghi ha trovato l’avversario perfetto per il proprio stile di gioco. Risultato: se Dzeko (dopo uno splendido movimento) non si mangia il gol, finisce 3 a 0 e non c’è nulla da dire. Chiedetevi perché accorcia prima Saelemaekers di Krunic, su una percussione tra Tonali e Krunic. Forse perché Krunic deve sempre tenere d’occhio Barella, anche se l’italiano è aperto e in posizione totalmente ininfluente in questo caso?
L’AZIONE DEL 2 a 0 - Certamente l’infortunio di Bennacer ha amplificato il problema, ma il 2 a 0 altrettanto emblematico è arrivato con in campo l’algerino. Su un lancio diretto di Maignan per Giroud piuttosto povero di significato, Acerbi ha avuto la meglio sul francese e la seconda palla è caduta proprio su un punto debole del Milan, che con troppa foga e poca ratio si era scoperto in questo modo (Tonali e Bennacer praticamente oltre Giroud e il solo Krunic a difendere nel deserto contro le due mezzali dell’Inter).
Da qui l’apertura di Barella per Dimarco. Altra cosa da spiegare: perché Calabria fa il partitone con Kvara e con Dimarco invece soffre puntualmente? Non possiamo certo dire che Dimarco sia di per sé più pericoloso di Kvara… Evidentemente c’entrano le dinamiche del gioco, le misure diverse che bisogna adottare contro sistemi diversi… Ma torniamo all’azione del 2 a 0. Perché Dimarco mette questa palla a rimorchio? Evidentemente perché sa che coi centrocampisti, specie sul lato debole, l’Inter può far male avendo l’uomo in più. E meno male che Saelemaekers doveva garantire più copertura di Leao…
Quindi che succede dopo? Il pallone arriva a Mkhitaryan che con un controllo perfetto si incunea… Stop, fermi tutti. Ok, bravo l’armeno, ma il comportamento difensivo di Tomori che segue Dzeko fino alla morte è causa di questo buco incredibile (ancora una volta i princìpi!). E se a ciò aggiungete che Theo scivola sul più bello, questo sì che è un caso, be’, allora la frittata è fatta.
GIÀ VISTO. POSSIBILE? - Un ultimo esempio evidentissimo, che per certi versi ricorda il più famoso inserimento di Brozovic (con gol) sempre in un derby recente, è questa idea tattica chiaramente preparata per colpire il centrocampo del Milan. Siamo in costruzione bassa stavolta, e Bastoni la gioca a Mkhitaryan che scende incontro, tallonato da Tonali. Notate Krunic su Barella lì dal cerchio di centrocampo, e il varco tra che si apre tra lui e Tonali. Brahim Diaz sta appena più alto, sul turco, per impedirgli la prima costruzione. Il problema è che il vertice basso del centrocampo dell’Inter si sgancia. L’avevo già definita in una maniera oscena questa cosa: la ‘trequartizzazione’ di Calhanoglu, ve lo ricordate?
Ebbene, si sono riviste le stesse cose a distanza di mesi, come se Inter e Milan non si fossero mai incontrate. Le stesse difficoltà strutturali, come se le sconfitte dei rossoneri nei precedenti fossero state interpretate da giocatori e staff nel modo più sbagliato, cioè come un banalissimo ‘momento no’.