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    Caro Poletti, per fare il ds con chi bisogna andare a giocare a calcetto?

    Caro Poletti, per fare il ds con chi bisogna andare a giocare a calcetto?

    • Jean-Christophe Cataliotti
    Gentile Procuratore,
    sono un direttore sportivo con tesserino conseguito regolarmente a Coverciano alcuni anni fa. Da quel giorno ad oggi non sono riuscito a trovare un posto di lavoro in nessuna società di calcio pur avendo inviato il mio curriculum a tutte le società professionistiche dalla lega pro in su. 
    Io, con questa lettera, voglio dire che secondo me il Ministro del Lavoro Poletti ha pienamente ragione quando afferma che è "meglio giocare a calcetto che inviare curriculum", alludendo al fatto che per trovare lavoro contano le conoscenze (da farsi anche giocando a calcetto) mentre non servirebbe a nulla inviare il proprio curriculum.
    Tanto clamore, quindi, per una affermazione che è condivisa da tutti e, soprattutto, da quelli come me che vorrebbero entrare nel mondo del calcio. Io a calcetto gioco con gli amici, ma questi miei compagni di sport non potranno mai aiutarmi visto che o sono studenti o sono lavoratori subordinati impiegati in altri settori lavorativi.
    A me mancano i contatti giusti! E so che solo con i contatti che contano potrei giocarmi la chance di entrare davvero nel mondo del calcio.
    Lei cosa ne pensa?
    Grazie
    DS disoccupato 


    Caro DS disoccupato,
    non penso che un Ministro, per di più del Lavoro, possa consigliare ai giovani di trovare lavoro attraverso le conoscenze anziché inviando il curriculum alle aziende
    . Diverse e indignate sono, infatti, state le reazioni del mondo politico contro le parole del Ministro Giuliano Poletti. La gaffe del Ministro è certamente da "cartellino rosso" come sottolineato prontamente da più parti, ma non si può, tuttavia, negare che i giovani spesso siano costretti a ricorrere alle raccomandazioni pur di entrare nel mondo del lavoro. E', quest'ultima, però, una affermazione che può fare Lei o chiunque altro non ricopra una carica istituzionale, ma non un ministro. Nell'azienda Calcio, che è un comparto fondamentale della nostra economia, in particolare, il ricorso alle raccomandazioni è piuttosto diffuso a discapito della meritocrazia. Non lo si può negare.

    A questo punto, se davvero i meriti e i titoli conseguiti non dovessero portare a nulla, verrebbe da chiedersi, nel caso specifico, quanto segue: per fare il direttore sportivo con chi bisogna andare a giocare a calcetto? 
     
    Forse il Ministro Poletti (foto controradio.it) potrebbe darci una bella e utile risposta!

    Avv. Jean-Christophe Cataliotti

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