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    Roma: pensare al blaugrana va bene, ma solo se è quello del Bologna

    Roma: pensare al blaugrana va bene, ma solo se è quello del Bologna

    • Paolo Franci

    Se c'è una cosa che la Roma non deve proprio fare, è riempirsi la testa di Barcellona quando il blaugrana che deve interessarle, per ora, è quello bolognese. Non Suarez, ma Destro. Non Messi, ma Verdi. Questa è la dimensione dei piedi per terra. Questa è la dimensione che, centrando una piazza Champions per la prossima stagione, darà la possibilità a Monchi di mantenere la promessa di tenere qui Alisson “Almeno un anno” (anche se i rumors madrileni fanno una gran paura, eh sì). C'è troppa voglia di Barcellona e poca di Bologna e questo non va per niente bene. Anche se è chiaro che ogni giocatore della terra sarebbe attratto da una sfida contro una delle due squadre più forti al mondo. In casi come questi, a tenere a bada l'eccesso di elettricità, dovrebbero pensarci allenatore e dirigenti. Ma niente, l'entusiasmo contagioso per la partita contro Messi, ha schiantato anche l'uno e gli altri. Di Francesco l'ha buttata lì in stile Massimo Decimo Meridio, il gladiatore: “Se hai paura di perdere non hai il coraggio di vincere”. Una frase che manco Russell Crowe prima della battaglia contro i germani, quella che “ciò che facciamo in vita echeggia per l'eternità”. Pallotta al contrario di ogni tifoso romanista che si rispetti, ha remato controcorrente sul sorteggio: “Mi ha reso felice, non potevo esserlo di più perché penso che possiamo giocarcela con tutti e sono abbastanza fiducioso” ha poi rincarato sull'eccesso di entusiasmo: “Tutti mi dicono che è un po’ come Davide contro Golia, ma io non penso che i miei giocatori abbiano qualcosa in meno”, prima di tornare sulla retta via, finalmente, indicando come si debba “pensare solo al Bologna”. Ah sì, ha anche detto di essere frustrato quando la gente dice che “La Roma è un supermercato”. Caro presidente, dovrebbe vedere quanto è frustrata la gente qui quando i giocatori riempiono il trolley e se ne vanno via per amor di bilancio...

    Ma torniamo alle priorità: Bologna, Bologna, nient'altro che Bologna. Questo deve essere il rap, il diktat, il pensiero stupendo e non alla Patty Pravo. Bisogna pensare solo a Donadoni per mantenersi in zona robusta della classifica e trovare la qualificazione per l'Europa che conta, sennò, si sa, sarà supermercato. Anche se sentirselo dire, per Pallotta è assai frustrante.

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