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  • Pellissier e Sorrentino:|'Sono l'oro del Chievo'

    Pellissier e Sorrentino:|'Sono l'oro del Chievo'

    Presente. Ma solo con il pensiero. Oggi preferisce restare lontano dal calcio. «Così va adesso». E allora è turista.
    Non per caso. Stefano Pioli non si accomoderà nella tribuna del Tardini per assistere domenica alla sua partita. Parma contro Chievo. Pioli contro Pioli. Perfetta fusione, forse, del suo mondo.
    L'allenatore parmigiano, fresco di esonero a Palermo, è tornato in vacanza, «per staccare la spina», dice. «In attesa di tornare ad allenare il prima possibile. Non so quando accadrà. Sono sotto contratto per due anni con il Palermo. Inizierò a viaggiare. Mi terrò aggiornato, visitando tecnici vicini e lontani. In Italia e all'estero».

    Pioli, intanto, Parma-Chievo come finisce?
    «È difficile fare previsioni in questo momento del campionato. Siamo appena all'inizio. Credo sarà una partita equilibrata perché le due squadre si possono equivalere. E poi Parma e Chievo mi stanno particolarmente a cuore. Non voglio fare pronostici».
    Non vuol prendersi rischi?
    «L'unica cosa che mi interessa è che entrambe a fine campionato centrino gli obiettivi che si sono prefissati».
    Veniamo ai ricordi. Ne peschi due tra i tanti. Parma?
    «La partita del mio debutto in panchina in serie A (era il 10 settembre 2006) contro il Torino. Giocammo una buonissima gara, che non riuscimmo a vincere, ma che mi regalò sensazioni molto belle».
    Chievo?
    «In casa col Napoli, quando vincemmo 2-0. Massima qualità, massimo risultato».
    Come la vede cambiata quest'anno la squadra?
    «Il Chievo è stato costruito con intelligenza e competenza, cercando di andare a colmare quelle lacune che si erano evidenziate in passato. Il reparto più toccato è stato il centrocampo. Ma era inevitabile fosse così, viste le numerose partenze. Sono arrivati giocatori adeguati e all'altezza della situazione».
    La parola chiave crede sia sempre «salvezza»?
    «Si è sempre detto che la salvezza va considerata lo scudetto del Chievo. Credo comunque che possa rientrare nelle potenzialità del club la possibilità di migliorare quanto fatto da noi la scorsa stagione».
    Pioli, perché non è rimasto a Verona?
    «È inutile guardarsi indietro. Una cosa, però, tengo a precisare: quando abbiamo deciso di non continuare insieme io non avevo ancora in mano la proposta del Palermo. Poi, per varie ragioni, ognuno è andato per la propria strada. Ma non aggiungo altro».
    Potevate fare meglio l'anno scorso?
    «Credo che la stagione sia stata ottima. Il Chievo aveva cambiato tanto. Molti stranieri, tante facce nuove. Abbiamo comunque mantenuto continuità di rendimento e ci siamo resi protagonisti di un buon finale. Almeno da parte mia non ci sono rimpianti».
    È proprio sicuro: domenica non ci sarà?
    «No, mi dispiace, resto lontano. Avrei voluto essere vicino alle mie due squadre del cuore. Ma ho deciso così. E di certo soffrirò meno».
    La partita che non dimenticherà mai alla guida del Chievo?
    «Del Napoli ho già detto. Giocammo al Bentegodi una partita quasi perfetta. Ma anche il pareggio di Torino contro la Juve resta un ricordo molto piacevole. La rimonta era stata esaltante e con quel risultato avevamo ottenuto la certezza di poter disputare ancora una volta la serie A al cospetto di un grande avversario».
    La società?
    «Mi hanno dato quello che volevo, permesso di allenare al meglio. Mi sono sentito partecipe di un progetto impostato con grande professionalità».
    Come giudica il ritorno di Mimmo Di Carlo al Chievo?
    «Ha dimostrato in passato di essere un ottimo allenatore. Mimmo ha la fortuna di conoscere bene ambiente e giocatori. Credo abbia in mano tutte le carte per poter centrare ancora una volta l'obiettivo».
    Tra i nuovi arrivati chi le piace di più?
    «Mi incuriosisce molto Bradley. Ricordo che quando seguivo le partite degli Usa ero stato attratto da Dempsey, Altidore e proprio Bradley che mi aveva colpito inizialmente perché era il figlio dell'allenatore della Nazionale. Devo dire, però, che con il tempo ho scoperto un centrocampista completo. Ha quantità e buoni tempi di inserimento, E voglio proprio vedere come si inserirà nel calcio italiano».
    Altri nomi?
    «Conosco anche Vacek, visto che proprio col Chievo lo avevamo visionato l'anno scorso. E anche lui mi è sembrato un ottimo giocatore. Poi mi parlano molto bene di Cruzado. E come sempre, Sartori sa quello che fa».
    Ha dubbi su chi può essere il valore aggiunto del Chievo?
    «Pellissier. È l'uomo squadra, è un riferimento per tutti, è l'uomo più pericoloso. Ma insieme a lui metto pure Sorrentino, che nel suo ruolo sa essere determinante. Sono loro i punti cardine, senza nulla togliere ovviamente al resto della squadra».


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