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Pellegrini: 'Roma non è un posto di passaggio, ecco cosa cambia da Mancini a Mourinho. Totti e De Rossi...'
LA ROMA - "I cavalli si vedono all'arrivo e io sono fiducioso, ma serve uno scatto in avanti. Per me le cose sono cambiate, la fascia è una responsabilità in campo e fuori. La mia sta anche nel far capire ai nuovi che questa non è una maglia qualunque e la Roma non è un posto di passaggio. Le cose stanno cambiando. Comunque anche in passato ci sono stati tanti che volevano restare a tutti i costi e non lo hanno potuto fare, ma queste cose non devono competerci. Io faccio riferimento allo spirito che deve animare chi arriva a giocare nella Roma".
MOU E MANCIO - "Mi identifico molto in quello che dice Mourinho, la sua storia parla per lui. E' venuto a Roma per trasmetterci la sua mentalità, ma ora contano i fatti. Dobbiamo lavorare ogni giorno meglio. Lui però si arrabbia per un pallone non dato o per una rincorsa non fatta, mai sentito arrabbiarsi per un errore tecnico. Mourinho ti trasmette qualcosa che, se non hai, comunque viene fuori. Mancini ti dà serenità, così rischi una giocata che altrimenti non rischieresti. Mourinho chiede molta verticalità, Mancini cerca più il possesso palla per avere la partita in controllo. Una volta, ad esempio, stavamo facendo un esercizio a Coverciano e lui ci chiamò tutti in mezzo al campo. Ho pensato: 'Adesso ci rimprovera'. E invece ci disse: 'Ragazzi, ma siete bravissimi! Dovete credere di più in voi stessi'. Ecco, Mancini comunica tranquillità".
TOTTI E DDR - "Ho vissuto lo spogliatoio con De Rossi e ho avuto un rapporto incredibile con Totti nonostante avesse smesso di giocare, loro sono stati grandi esempi soprattutto nell’approccio con chi arrivava dalla Primavera. Penso che sia strano per tutti vederli fuori dal club, sono state due leggende e per il rapporto che ho avuto con loro dico che mi piacerebbe vederli ogni giorno a Trigoria. Ma penso anche che sia da rispettare le scelte che hanno fatto, hanno intrapreso un percorso e non gli stanno regalando nulla anche se si chiamano Totti e De Rossi".
GLI ARBITRI - "Bisogna fare un passo indietro perché nessuno ce l'ha con noi, anche io mi sono lasciato troppo andare negli atteggiamenti. Certo, spero che episodi come quello con il Milan non si ripetano perché ci aspettiamo che tutto col Var sia perfetto, ma occorre cominciare ad avere un atteggiamento migliore con loro".
PER LO SCUDETTO - "Quando avevo 14 anni ho fatto il Cammino di Santiago per arrivare a Compostela, è stato bellissimo. L'ho fatto con una comitiva guidata da un parroco, Don Luca, cui voglio bene. Avevo 14 anni e mi pare che percorremmo a piedi gli ultimi 180 km, un'esperienza totalizzante. Se la Roma vincesse lo scudetto lo rifarei con molti chilometri in più".