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    Pellegrini, l'uomo derby arriva dalla Cantera: non doveva nemmeno giocare

    Pellegrini, l'uomo derby arriva dalla Cantera: non doveva nemmeno giocare

    • Enrico Maida
    L’hombre del partido, come dicono in Spagna, è un ragazzo della cantera, si chiama Lorenzo Pellegrini che il derby non lo doveva nemmeno giocare ma vederlo dalla panchina. Ma il calcio è un romanzo e quando Pastore, il titolare dei colpi di tacco, è costretto a uscire, tocca a lui entrare e impossessarsi di un derby fiabesco che la Lazio era riuscita a riacciuffare prima di trovare un romano dalla pelle dura. Un gol di tacco, come Pastore, una punizione vincente provocata, un assist al bacio per Fazio, che aveva combinato una castroneria terribile favorendo il pareggio di Immobile. Nel romanzo scrivete pure del gol di Kolarov che ne aveva fatto uno anche con la maglia della Lazio, 60 anni dopo Selmosson, lo svedese raggio di luna.

    Di Francesco ha rinunciato a Under ammaccato, che avrebbe altrimenti meritato la conferma. Con lo scontato ritorno di Dzeko al centro dell’attacco, Pastore ha giocato da trequartista. Di Francesco ha rimescolato le carte confermando a sorpresa Santon, che era sembrato in palla contro il Frosinone, completando la fascia destra con Florenzi, chiamato a interpretare il ruolo di esterno alto anche per la non perfetta condizione di Under che altrimenti avrebbe meritato la conferma. Pastore ha fatto il trequartista, il ruolo che non ha mai fatto mistero di prediligere, prima di uscire per un fastidio al polpaccio, una ricaduta che allarma il medico della Roma. Vai a capire che cosa promette il destino.

    Quanto a Inzaghi, la forzata rinuncia a Radu ha indotto il tecnico a preferire Caceres a Wallace, che per altro aveva ricordi angosciosi in tema di derby. La Lazio è partita meglio, mettendo  seria difficoltà la Roma e sfiorando il gol del vantaggio con Immobile e Luis Alberto finché Dzeko, uscito dallo stato di torpore degli ultimi tempi, ha avuto un guizzo che lo ha portato a impegnare seriamente Strakosha. E’ stato come un segnale di riscossa che ha restituito alla Roma la voglia di  fino a quando Florenzi, non sempre brillante nel nuovo incarico, si è trovato solo davanti al portiere laziale salvato, nell’occasione, da un recupero prodigioso di Luis Felipe che ha esultato come se avesse segnato un gol.

    Da quel momento la Roma, a parte i litigi tra Dzeko ed El Shaarawy, si è sistemata in Paradiso.


    IL TABELLINO:


    Roma-Lazio 3-1 (primo tempo 1-0)

    Marcatori: 45′ Lo. Pellegrini, 22' st Immobile, 26'st Kolarov, 41'st Fazio

    Assist: 41'st Lo.Pellegrini

    Roma (4-2-3-1): Olsen; Santon, Manolas, Fazio, Kolarov; Nzonzi, De Rossi (29'st Cristante); Florenzi (37'st Jesus), Pastore (36′pt  Lo. Pellegrini), El Shaarawy; Dzeko.
    Allenatore: Di Francesco.

    Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Caceres, Acerbi, Luiz Felipe; Marusic, Parolo (9'st Badelj), Leiva, Milinkovic-Savic, Lulic (36'st Caicedo); Luis Alberto (9'st Correa); Immobile.
    Allenatore: Inzaghi

    Arbitro: Rocchi

    Ammoniti: 10'st Olsen, 17'st Dzeko, 21'st Lo. Pellegrini, 30'st Badelj (L)

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