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    La Roma italiana è una bellezza. Pedro dopo Dzeko: con Fonseca non c'è posto per i divi

    La Roma italiana è una bellezza. Pedro dopo Dzeko: con Fonseca non c'è posto per i divi

    • Enrico Maida
      Enrico Maida
    Tre gol firmati da tre giocatori della Nazionale. Pellegrini, l'anima di questa Roma; El Shaarawy, il ritorno del figliol prodigo; Mancini, l’omonimo del cittì che segna come nessun altro difensore in Europa. L’Europa League comincia a ingolosire Fonseca al di là di un battibecco con Pedro, espulso dal tecnico. Nel panorama non proprio esaltante delle coppe europee la Roma accende una piccola luce. 

    La signora Katerina ci aveva descritto lo stato d’animo della famiglia Fonseca nel momento in cui si è verificato il diabolico sorteggio. Lo Shakhtar ha funzionato da trampolino di lancio per il tecnico portoghese. Ora sulla panchina del club ucraino c'è un suo connazionale: Luis Castro, che può parlare la propria lingua con la folta colonia brasiliana. Curiosamente la lingua più diffusa nella Roma americana è invece lo spagnolo. Si comincia da Pedro, che recupera (per poco) la titolarità del ruolo, passando per Borja Mayoral, che dopo mezzora di panchina entra in sostituzione di Mkhitaryan fermato da un problema al polpaccio. Pau Lopez in porta e Villar a centrocampo completano la spina dorsale di una squadra che affida a Pellegrini il comando delle operazioni con tanto di fascia di capitano. 

    Lo Shakhtar si presenta con una difesa altissima gestita al meglio da Maycon. Per certi versi ricorda la zona zemaniana con i pregi e i difetti del caso. Il gol di Pellegrini, che sblocca la partita, sfrutta proprio la situazione con Pedro che buca la linea con un assist per Pellegrini, libero e bello davanti alla porta. Prima del gol la Roma aveva tentato senza successo di scatenare Spinazzola, frenato con efficacia da un suo simile, Dodo. Un colpo d’anca di Villar, con l’orologio dell’arbitro, ovviamente portoghese, che negava il gol, era l’unica cosa da ricordare. Insieme a una parata importante di Pau Lopez su Junior Moraes. 

    Nel secondo tempo la partita cambia in favore dello Shakhtar che sembra tarantolato. Fonseca riprende Pedro che non rientra volentieri suscitando una reazione scomposta. Pare di sentirlo: mister, lo sa chi sono io? Sono quello che ha vinto 25 trofei, mica uno scemo qualunque. Bene, si accomodi in doccia, gli dice Fonseca. Pedro dopo Dzeko, non c’è spazio per i divi. Entra El Shaarawy che avrebbe subito la possibilità di arrotondare, ma un rimbalzo lo tradisce. E’ bravo ancora una volta Pau Lopez a salvare la baracca. Ma la chicca è quella di El Shaarawy che fa tutta la fascia, si presenta davanti al portiere e lo batte con un colpo sotto. Pedro, tiè. Il terzo gol di Mancini è quello che ci vuole per garantirsi un viaggio tranquillo in Ucraina

     

    IL TABELLINO:
    Roma-Shakhtar 3-0 (primo tempo 1-0)
    Marcatori: 22′ Pellegrini, 73′ El Shaarawy, 77′ Mancini. 
    Assist: 22’ Pedro, 73’ Mayoral, 77’ Cristante. 
    Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Cristante, Kumbulla; Karsdorp, Villar, Diawara (78′ Ibanez), Spinazzola (78′ Peres); Pellegrini (78′ Perez), Pedro (62′ El Shaarawy); Mkhitaryan (35′ Mayoral) All.: Paulo Fonseca. 
    Shakhtar Donetsk (4-2-3-1): Trubin; Dodo, Vitao, Matvienko, Ismaily; Maycon, Alan Patrick (78′ Solomon); Marlos (87′ Marcos Antonio); Tete (87′ Konoplyanka), Moraes (75′ Dentinho), Taison (78′ Sudakov). All.: Luis Castro. 
    Arbitro: Artur Dias. 
    Ammoniti: 55′ Kumbulla, 58′ Alan Patrick, 74′ Maycon, 74′ Taison, 83′ Mancini. 

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