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Pazzini su Verona-Juve dell'anno scorso: 'Che emozione! Da lì abbiamo capito una cosa'
LE SENSAZIONI DELLA VIGILIA - "Venivamo da un periodo molto impegnativo, dove prima di ospitare la Juventus avevamo affrontato Milan e Lazio in sequenza, in trasferta. Ma accadde qualcosa di magico: da Milano e Roma uscimmo con due pareggi dove avremmo meritato anche qualcosa di più. Vivemmo un'escalation di prestazioni e il risultato prestigioso contro la Juve fu poi il culmine. Eravamo in grandissima fiducia. Purtroppo fu l'ultima partita senza tifosi. Se alla viglia del playoff dell'anno precedente contro il Cittadella eravamo sicuri che saremmo riusciti a ribaltare gli avversari e tornare in Serie A, alla vigilia della sfida con la Juve c'era la sensazione di voler tentare l'impresa, morire sul campo e vedere cosa succede, grazie anche alla spinta pazzesca del Bentegodi strapieno."
GLI INCITAMENTI DEL PRESIDENTE SETTI E DI MISTER JURIC - "Di Setti non ricordo molto, ma di Juric sì: è sempre un gran motivatore. Ricordo che volevamo finire bene quella settimana e il mister fu bravo a caricarci. Anche se contro squadre come la Juve non c'è bisogno di motivazioni particolari, già di per sé si respira un'aria diversa. Non occorre prepararle in maniera particolare".
IL GIORNO DEL MATCH - "Sentivo l'adrenalina, un'energia differente, nessuna stanchezza nonostante le precedenti fatiche. Nello spogliatoio eravamo sereni e molto concentrati. Ma già andando allo stadio in pullman ti rendi conto che c'è più traffico, molta più gente, anche il tunnel per entrare in campo ti sembra diverso. Circostanze che le grandi partite riescono a darti da sole".
LA PARTITA - "In campo e sugli spalti c'era entusiasmo. Nessuno quell'anno aveva pronosticato il grande campionato che stavamo facendo. Il pubblico ci infondeva tutta la sua fiducia, in qualsiasi azione o contrasto. Sentivamo arrivare l'ondata di energia".
DOPO IL GOL DI RONALDO - "Il mister mi dice di entrare, mi cambio, guardo quanto manca e provo a far qualcosa, qualsiasi cosa per evitare il contraccolpo psicologico: un colpo di testa parato da Szczesny, sponde, una scossa generale i compagni per accendere la scintilla e provare a rimontare la partita".
DOPO IL PARI DI BORINI - "Sono sul secondo palo, Kumbulla va a saltare e Bonucci allarga il braccio. Quando l'arbitro è andato al Var, era quasi sicuro che avrebbe decretato il rigore. E io ero sicuro che l'avrei battuto. Sono passati lunghi attimi con la palla in mano, e in quei momenti per la mente ti passano tanti pensieri: era un pallone importantissimo, con lo stadio pieno, poteva essere davvero la ciliegina...".
IL RIGORE DEL DEFINITIVO 2-1 - "Quando ho visto che l'avevo calciato talmente bene che era gol, quella è l'essenza del calcio: la gioia pura, quei secondi di felicità in cui non capisci bene dove sei. Ancora oggi, rivedere le immagini di me sotto la curva insieme ai compagni a esultare, fa capire quanto fosse e sia unito quel gruppo. Che soddisfazione aver aiutato i compagni a portare a casa quella incredibile partita!"
AL TRIPLICE FISCHIO - "Al fischio finale siamo rimasti tutti sul campo più del solito. Quelle immagini, quelle bandiere, sono corse che ti ricordi anche negli anni a venire. Cose belle da ricordare, sono contento di averle vissute in prima persona."
I FESTEGGIAMENTI - "C'era felicità perché era l'apice della stagione, una chiusura del cerchio. Anche se non eravamo aritmeticamente salvi, da quella vittoria sulla Juve finì il nostro status di semplice neopromossa e il Verona venne considerata definitivamente una squadra importante, rognosa da affrontare. E chiudemmo in bellezza una settimana in cui nessuno avrebbe pensato che avremmo fatto 5 punti tra Milan, Lazio e Juventus."
IL BENTEGODI - "La spinta che ti dà è molto più forte di quanto si possa percepire dalle tribune. Stando in mezzo, sul campo, avverti il casino arrivare da tutte le parti. A ripensarci oggi sembra veramente una vita fa, un altro calcio. Speriamo possa presto finire questa situazione: il tifoso è la parte fondamentale del calcio, festeggiare i gol senza tifosi è totalmente diverso."
IL VERONA DI OGGI - "Giovedì sono andato a trovare la squadra, ma è solo una coincidenza che l'abbia fatto prima del match con la Juve. Ci sono tanti nuovi giocatori, ho visto un gruppo concentrato e consapevole dei propri mezzi."