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Pavanel a CM: 'Vi racconto Kumbulla, è pronto per Inter o Juve. Ok per difesa a 3 e a 4, serve il coraggio avuto con Skriniar'
Partiamo dal suo presente. Com'è gestire la ripartenza del campionato di Serie C in questo clima post-Covid?
"A livello del lavoro in campo in realtà è cambiato poco. Dobbiamo stare molto attenti e c'è sempre la possibilità che una complicazione arrivi, però cerchiamo di lavorare come sempre fatto. Fuori dal campo siamo obbligati a test sierologici ogni 10 giorni, tamponi da effettuare con costanza, ma per la sicurezza nostra e dello staff è giusto ricominciare così".
La Feralpisalò è sempre stato un club che ha provato a puntare in alto regalandosi spesso grandi colpi di mercato. Quest'anno invece sono arrivati talenti da Primavere importanti come quelle di Inter, Roma e Atalanta. Obiettivi?
"Proprio perché arriviamo da una stagione "particolare" in cui il coronavirus ha segnato la vita di tutti noi, il presidente ha voluto mandare un segnale. La Feralpi Salò abituata a trovare sul mercato i migliori giocatori della Serie C difficilmente la vedremo. Per una questione anche di rispetto verso coloro che stanno facendo fatica. L'obiettivo è quindi continuare a dare fastidio alle società più attrezzate, ma facendolo attraverso un mix di giovani talenti e giocatori d'esperienza. Sono arrivati Gavioli dall'Inter, D'Orazio dalla Roma, Brogni dall'Atalanta, e il nostro obiettivo è far crescere e valorizzare i talenti più giovani".
A proposito di giovani, è stato lei a dare la prima scossa alla carriera di Marash Kumbulla...
"Nella stagione 2016/17 allenavamo nella Primavera del Verona giocatori dell'annata 1998 e qualche 1999. Però abbiamo notato che negli Allievi c'era questo ragazzo classe 2000 che ci sembrava già pronto per il salto di generazione e gli abbiamo subito dato grande fiducia. La risposta l'ha data il campo, perché era pronto per davvero e non soffriva ragazzi di due anni più grandi".
Qual è la caratteristica che l'ha colpita di più all'epoca? "Marash è sempre stato un ragazzo serio e concentrato su quello che stava facendo. Credo che la cosa che lo renda speciale sia proprio la testa. Quando i ragazzi sono giovani è facile che perdano di vista anche solo per qualche istante, l'obiettivo o la concentrazione. Per Kumbulla non è stato così. Non c'è stato un allenamento o una partita in cui abbia dovuto richiamarlo. Era già pronto all'epoca, figuriamoci oggi".
Si parla per lui in chiave mercato con tante squadre pronte ad acquistarlo. Con Juric gioca in una difesa a 3, con lei giocava a 4, in quale difesa può rendere al meglio? "Sarò onesto, non credo che per un ragazzo come lui faccia la differenza giocare in una difesa a 3 o a 4 e aggiungo che non credo faccia differenza neanche l'allenatore che andrà ad allenarlo. A questa età e con la sua testa è solo questione di apprendimento. Serve però coraggio. A questa età, chiunque lo acquisti, deve trovare il coraggio di farlo giocare con costanza".
È pronto per una big come Inter o Juve?
"Certo. Penso che l'ultimo campionato abbia parlato. Marash ha espresso numeri che lo hanno portano ad essere uno dei migliori difensori per rendimento della Serie A. Può giocare in qualunque squadra, non solo italiana, ma anche all'estro perciò non entro nelle dinamiche di mercato di Inter o Juve, però torno a ribadire che serve coraggio. Serve lo stesso coraggio avuto dall'Inter con Skriniar dopo l'anno alla Samp".
Ci racconta un retroscena?
"In quel campionato affrontammo giocatori oggi importanti come Castrovilli, Cutrone, Vido, c'erano talenti come Pinamonti, Kean... Lui però non si è mai tirato indietro, aveva tutto sotto controllo. Credo che il segreto sia sempre stata la sua famiglia. Allenando ragazzi giovani ho incontrato spesso famiglie pressanti, che mettono il proprio figlio su un piedistallo a prescindere da quello che poi realmente fa in campo e fuori. I genitori di Marash sono invece sempre stati umili e corretti e con una famiglia così Kumbulla non poteva che crescere in questa maniera".
Dove può ancora migliorare?
"Anche qui le racconto un retroscena. In quegli anni il Verona stava facendo un gran lavoro con i giovani, ci furono Donsah, Zaccagni, Fares e con tutti questi talenti c'era l'abitudine di fargli fare qualche allenamento aggiuntivo la mattina per migliorare sui loro "lati deboli". Kumbulla non poteva perché per quell'età doveva andare a scuola la mattina. Lui si fermava però tutte le sere a fine allenamento 20 minuti in più con noi per cercare di migliorare in quello che, secondo me, è la qualità in cui ha ancora oggi grandi margini di miglioramento: l'uscita palla al piede e la circolazione di palla. Per la tranquillità con cui gioca, ha la possibilità di emergere ancora in questo fondamentale dato che in marcatura, nel gioco aereo e fisicamente è già al top".