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    Paulo Sousa: 'Vorrei allenare la Roma. Chiesa come Ronaldo, Bernardeschi...'

    Paulo Sousa: 'Vorrei allenare la Roma. Chiesa come Ronaldo, Bernardeschi...'

    Paulo Sousa, ex allenatore della Fiorentina, ha parlato a Sky Sport del momento che sta vivendo la Serie A e del suo futuro: 

    Come è stato tornare a Firenze per vedere Fiorentina-Roma al Franchi?
    Non mi aspettavo l’emozione che ho vissuto, dico la verità. Passeggiare e arrivare verso la tribuna, mi ha fatto un effetto che non mi aspettavo. Un’emozione buona, mi sono sentito a casa, perché sono una persona che si emoziona, ma anche fredda, e so distinguere queste cose. Sono stato felice di essere tornato.

    Bernardeschi: ti piace la sua crescita?
    Vivere quello che è la Juve, per il suo ultimo step di maturità, non poteva esserci di meglio per lui.

    Chiesa futura bandiera viola, o un top club per vincere?
    Lui ha una base famigliare straordinaria, una base sua, anche personale, che me lo fa paragonare, sotto diversi aspetti, a Cristiano Ronaldo, per la fame di arrivarci, di fare gol, di superarsi, per la fame continua di essere sempre il migliore e di battere tutti i suoi record. Sono sempre più deciso nel dire che questa è la città giusta per creare una cultura straordinaria di vittoria. Io credo che Chiesa ha bisogno di quello step, di una struttura che ha già questa cultura di vittoria, Non sono così tante. Per me è predestinato ad arrivare a un altro step, dove può vincere tutto e che può aiutarlo a maturare in quello che gli manca. Credo non sia ancora arrivato quel momento, lo stanno gestendo molto bene, tanto la famiglia, come se stesso, il suo entourage lo sa fare molto bene, e credo che la Fiorentina lo può aiutare in questo. 

    La Roma come ti è parsa?
    Una squadra fortissima, con rosa ampia, piena di qualità. Hanno fatto investimenti importanti sui giovani, ma Roma non è Firenze, è una piazza completamente diversa. Devi vincere e giocare bene, anche perché è abituata a questo.

    Ti piacerebbe in futuro allenare la Roma?
    Mi piacerebbe, l’ho sempre detto. Questo è il mio obiettivo. Purtroppo, dopo la Fiorentina le mie aspettative erano altre, di allenare una squadra per vincere il campionato e competere fino alla fine in Champions. Il timing non è stato il migliore per me, ho dovuto prendere altre decisioni. Ma questo è il mio target, se c’è la Roma, o una squadra così, io aspetto.

    La Juve ha già vinto il campionato, o possono rientrare altri?
    Quella che vedo io con chance è l’Inter. Costruita per vincere, forte fisicamente, con una rosa ampia, con un allenatore con molta esperienza, con giocatori esperti, con molta qualità. La Juve, che ha sempre la capacità di acquistare i migliori, ha la cultura di vincere. Per questo, è sempre difficile batterla e quest’anno è partita molto forte. Ha avuto un impatto importante anche Cristiano Ronaldo, non solo per la Juve, ma anche per il calcio italiano. È stato, credo, nove anni al Real Madrid, ha vinto tutto, poi, ha scelto la Juve, perché sa che la Juve può garantirgli, nonostante la sua età, di continuare a superarsi.

    Telefonate da Roma?
    No, mai. A me piace l’Italia, qua è dove sono cresciuto di più, perché è molto più impegnativo, sia sui media, che competere con i colleghi, che mi danno sempre opportunità di creare qualcosa. Quello italiano è un calcio che a me piace molto.

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