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    Pato flop: è la futura stella del Milan?

    Pato flop: è la futura stella del Milan?

    • M.G.
    La Coppa America delle delusioni miete un'altra vittima in casa Brasile. Dopo Robinho, silurato in fretta e furia dal ct Menezes, ora a rischiare è un altro milanista: Pato, criticato aspramente dalla stampa brasiliana. Il Papero è sembrato abulico nelle prime due gare con Venezuela e Paraguay. Si pensava che libero dall'ingombrante presenza di Ibra, il brasiliano potesse trascinare i suoi nel torneo in corso in Argentina. 
    Invece Pato, così come tutta la sua selezione, stenta. Contro il Paraguay, in particolare, l'enfant prodige milanista non ne ha azzeccata una. Prima si è fatto murare dal portiere Justo Villar una comoda occasione da rete, poi è scomparso per tutto il resto della gara. Il Papero sembra aver perso da tempo la sua caratteristica principale: lo scatto bruciante. Sarà un po' colpa dei frequenti infortuni, un po' della troppa palestra, ma gol come quello segnato a inizio 2009 alla Roma (progressione devastante, Mexes buggerato e pallonetto vincente su Doni) sembrano ormai un ricordo lontano.
    I numeri della stagione scorsa stanno con Pato. Quattordici gol in campionato, due in coppa Italia, per uno che è stato fuori mesi non è un magro bottino. Ma ci sono altre considerazioni che non inducono all'ottimismo, oltre alla cadenza periodica dei suoi guai fisici: per esempio il dato dei gol realizzati in Champions League. Se si esclude la notte magica di Madrid (doppietta al Real) nell'ottobre 2009, Pato ha sempre fatto cilecca nella massima competizione europea. In campionato non è mai salito sopra le 14 reti. E in Nazionale è lontanissimo dall'essere il leader dell'attacco verde-oro. Ai dubbi sulla personalità del Papero (il derby di ritorno e la gara a San Siro con il Napoli sono stati gli unici incontri di una certa importanza in cui ha lasciato il segno nel 2010-11), si aggiungono analisi tecnico-tattiche.
    Prendiamo l'attacco del Milan: c'è Ibra, l'attaccante di peso, bravo tecnicamente e che vuole sempre essere servito sui piedi; c'è Robinho, abile nel fare movimento e prezioso tatticamente; c'è Boateng, una potenza fisica e una garanzia di costanti inserimenti; poi ci sono Inzaghi (vecchio rapace dell'area di rigore), Cassano (tanta classe e poca corsa) e il giovane El Shaarawi (tutto da scoprire). Cosa manca? Semplice, uno come il vecchio Pato. Velocissimo negli spazi, abile nel dribbling. Ma il Papero è ancora così? A oggi più no che sì. Il suo modo di giocare è cambiato. si è trasformato più in un centravanti che in una guizzante seconda punta.
    E allora il Milan deve farsi una domanda: se questo è Pato, può essere davvero la stella del futuro del Milan? Ai posteri l'ardua sentenza. 

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