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    Pastore o Deulofeu? A Spalletti servono entrambi per cambiare l'Inter

    Pastore o Deulofeu? A Spalletti servono entrambi per cambiare l'Inter

    • Pasquale Guarro
    Spalletti chiede chiarezza, dalla Cina rispondono con una bella manciata di silenzio. Non una dichiarazione. Neanche da Appiano Gentile, ormai quartier generale di Steven Zhang, figlio del grande capo Jindong. Anche da lui solo segretezza e qualche slogan abbastanza sconcertante: «Andiamo a comandare». In una frase tutta l’inesperienza di un 25enne messo al comando di una prestigiosa società. Crescerà. Speriamo. Di sicuro pronto non lo è ancora. 

    MENO CERTEZZE - Il grido d’aiuto di Spalletti è rimasto sospeso in un limbo, poi qualche chiarimento interno è servito ad ammorbidire le successive dichiarazioni: «Posso arrivare fino in fondo con questo gruppo, i nostri obiettivi non cambiano». Forse dalla proprietà è arrivata qualche promessa, ma il mercato nerazzurro resta di difficile interpretazione. Una sola cosa è chiara, a Spalletti servono almeno due uomini per inseguire con maggiore sicurezza quel traguardo Champions che dopo la partita di ieri sera contro la Lazio non appare più così scontato. Inzaghi ha dimostrato di avere a disposizione maggiore qualità, sia in campo che in panchina.

    TWO IS MEGL CHE ONE - Un difensore centrale sarebbe apprezzato ma non indispensabile. Dopo la sosta rientrerà Miranda e Ranocchia ha saputo dare risposte positive quando chiamato in causa. Difficilmente dal mercato invernale si possono reperire centrali di grande affidamento e con quelli presenti in rosa si può tirare avanti fino a giugno. È invece necessario intervenire dalla trequarti in avanti, dove manca un rifinitore e un esterno in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Spesso si è parlato di Pastore o Deulofeu, la verità è che a Spalletti servirebbero entrambi in egual misura. Perché sulla trequarti Borja Valero, Joao Mario e Brozovic sono inadeguati, mentre Candreva sulla fascia si limita al solo crossare. Non sfrutta il campo, non rientra, non calcia in porta. Per l’esterno italiano 19 partite e zero gol sono la sintesi della sua trasformazione. Il gioco dell’Inter è monotematico, privo di fantasia e imprevedibilità. Nessuno salta l’uomo, nessuno crea superiorità, quasi nessuno calcia e segna da fuori area. Il 2018 dovrà portare in dote a Spalletti tutte queste qualità, caratteristiche necessarie per continuare a lottare, magari con meno ansie, per un posto in Champions. 

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