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Pasta, Messi e il passaporto turco 'preso in carcere': ecco chi è Emre Mor
AGENTE-AMICO - La figura del suo procuratore, soprannominato Muzzi, è stata e continua a essere fondamentale per il 20enne attaccante. Un secondo padre, un punto di riferimento, un amico, una spalla, in un percorso di crescita che in Danimarca non è stata semplice, tra difficoltà economiche, problemi sociali e un grave infortunio alla gamba, che nel 2013 gli nega la possibilità di trasferirsi al Saint-Etienne. Nato a Bronshoj, quartiere problematico di Copenahgen, da papà turco e mamma macedone, Emre Mor gioca nove anni nel settore giovanile del Lyngby, poi nel 2015 firma per il Nordsjaelland, con il quale fa il suo esordio nella Superligaen, la prima serie danese.
ANNO MEMORABILE - La vita di Emre Mor cambia completamente nel 2016. A febbraio firma il primo gol tra i grandi contro il Viborg, ad aprile il Borussia Dortmund lo strappa alla concorrenza di club inglesi e spagnoli, a maggio Terim, all'epoca ct, lo convince a scegliere la Turchia, dopo anni spesi con la maglia delle selezioni giovanili danesi, dall'Under 17 all'Under 19, per portarlo all'Europeo. Una decisione, quella di vestire la maglia che è di Calhanoglu, che il suo allenatore al Nordsjaelland Kasper Hjulmand definisce "una sciagura per il calcio danese", che rende orgoglioso padre Ersoy, il quale firma le carte per il passaporto turco del figlio mentre è in carcere, dove scontava un pena di 4 mesi per aver causato un incidente con un auto non assicurata.
RIPARTE DA MILANO? - La prossima tappa della carriera di Emre Mor potrebbe essere in Serie A, un campionato nel quale l'attaccante che un giorno sogna di vestire la camiseta del Real Madrid vorrebbe giocare. A Milano il wonder kid turco potrebbe trovare il compagno di nazionale Calhanoglu e mangiare finalmente una buona pasta, piatto del quale è molto goloso.