Dev’essere un ingordo, Marco Parolo. La sua ingordigia, però, è pienamente giustificata, perché dopo il duro pane della Serie C, mangiato per tanti – troppi – anni, in due stagioni ha sbranato la B ed azzannato la A. Cesare Prandelli, che il sabato sera l’ha trascorso al «Manuzzi» per decidere se offrirgli la maglia azzurra come dessert, credo abbia optato per il sì: dopotutto, c’è passato anche lui per la terza serie, anche se con trent’anni d’anticipo, quando indossava la maglia della Cremonese.
Marco Parolo è nato a Gallarate, come Ivan Basso. In comune, la passione per la bici, che al centrocampista del Cesena è stata trasmessa dal papà: entrambi ottimi scalatori. Ivan di montagne, Marco di classifiche. Perché quest’anno il Cesena sogna la salvezza, e se il campionato finisse oggi ci sarebbe anche riuscito, ma accadeva lo stesso un anno fa ed il cavalluccio marino bianconero da neopromosso in B spinse così tanto sui pedali da guadagnarsi la massima serie. In volata con il Brescia, ovviamente, decise Parolo: una sua rete, contro il Piacenza di Ficcadenti all’ultima giornata, regalò un’inaspettata promozione al Cesena.
Di gol l’anno scorso ne segnò altri quattro, due dei quali contro il Piacenza nella gara d’andata. Quest’anno, invece, l’ha messa dentro contro Napoli, Lazio, Sampdoria e Juventus, perché il blasone dell’avversario è un incentivo ad infilare il portiere. Per essere un centrocampista gli riesce parecchio bene, ed il ringraziamento in questo caso va a Stefano Borgonovo, che oggi lotta con la SLA, ma fino a qualche anno fa cercava d’insegnare ai ragazzini del Como come fregare il difensore e buttarla in porta. Parolo, da buono studente qual è stato (maturità scientifica conseguita presso il «Leonardo Da Vinci» di Gallarate) assimilava tutto alla perfezione. Per metterlo in pratica c’era la prima squadra, nel 2004: colando a picco verso il fallimento, lo spazio per i giovani abbondava. Bravo nel cogliere l’opportunità, per Parolo quell’anno tre gol e tante buone cose, che gli valsero il passaggio alla Pistoiese – che non voleva più trovarselo contro: dei tre gol segnati l’anno prima, due erano arrivati contro gli arancioni. Due stagioni a Pistoia, quindi il Foligno e l’incontro con Bisoli, ritrovato a Cesena dopo un settimo posto con il Verona in quella che nel frattempo aveva cambiato nome in Lega Pro. Dei giorni in bianconero ho già detto, ora tocca all’azzurro della Nazionale: questo paragrafo, però, deve scriverlo il protagonista, Marco Parolo.