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Parmamania: sogno o son desto?
Parma-Livorno è finita da un pezzo, sul terreno di gioco ci sono 22 calciatori, provano a far passare il tempo e aspettano di finire la partita, una parte per tornarsene a casa, dimenticare in fretta tutto e ripartire dal prossimo anno, l’altra parte ha un nodo in gola che blocca ogni tipo di respiro, ha le orecchie tese, si guarda intorno per sapere che succede in un silienzio che si fa assordante e si inzuppa di ansia. Colloqui con la panchina, qualcosa non va, ma tutto dovrebbe essere già finito. Cassano si ferma sulla banda laterale, quasi si appoggia ai compagni che non hanno giocato, chiede al pubblico che cosa succede, si mette una mano sul fianco, con l’altra sembra dire: “non ci credo”.
E guarda dritto al tabellone dei risultati. Ma stavolta non arrivano squilli da Firenze, l’altro campo, quello su cui il Parma ha giocato dal 79’ in poi. Il Torino è riuscito a pareggiare con un gol di Kurtic su punizione e ora attacca la Fiorentina per il gol che potrebbe valere l’Europa. Barreto viene steso da Roncaglia e l’arbitro da il rigore al 94’. Che brutta storia, quel non ci credo di Cassano la dice lunga. Un epilogo così non ci sta proprio, nell’ultima apparizione di Pavarini sul campo, nel giorno dell’Europa che sta per scivolare via, appesa a un filo, che all’improvviso diventa forte e robusto, con Rosati che para il rigore e che tiene su un gruppo di ragazzi stretti intorno alla panchina per realizzare un attimo e poi riversarsi sul campo, quando, al minuto 94’ si decreta che il Parma è in Europa.
Scoppia la festa, Ghirardi commosso viene portato in trionfo, Donadoni “gavettonato” e Leonardi che quasi piange, con i calciatori che corrono sotto la curva ad abbracciare idealmente ogni tifoso che si è sgolato per sostenerli un campionato intero. Bandiere gialloblù, coprono tutti, il presidente ne ha addosso una colorata di azzurro, con tutte le stelle intorno, le stelle che rappresentano i paesi della comunità europea. Quella calcistica, dal 18 maggio, ha anche il Parma, e che Parma! Un sogno che si avvera e che si fa fatica a realizzare, per come è stato, per come si è verificato. Sembra un film, di quelli con la fine già scritta, con Amauri che decide una partita entrando dalla panchina, con Cerci che sbaglia il rigore al 94’, con la Fiorentina che da sportiva batte tutte le critiche che gli sono piovute addosso durante la settimana.
Il trionfo della squadra di Ghirardi è meritato, è stata avanti sempre, ha rischiato di perdere una cosa che è riuscita a costruirsi passo dopo passo grazie a un allenatore sapiente, che ha avuto la capacità di rivedere la sua impostazionie tattica, che ha tenuto a bada un personaggio come Cassano, che ha rivitalizzato Amauri rincuorandolo quando non era felice. E, quando Parma-Livorno è finita già da un pezzo, sul terreno di gioco si spengono le luci, si abbassa la tenda e cala il sipario per un anno splendido, un anno da ricordare, da incorniciare e da… godersi.
E guarda dritto al tabellone dei risultati. Ma stavolta non arrivano squilli da Firenze, l’altro campo, quello su cui il Parma ha giocato dal 79’ in poi. Il Torino è riuscito a pareggiare con un gol di Kurtic su punizione e ora attacca la Fiorentina per il gol che potrebbe valere l’Europa. Barreto viene steso da Roncaglia e l’arbitro da il rigore al 94’. Che brutta storia, quel non ci credo di Cassano la dice lunga. Un epilogo così non ci sta proprio, nell’ultima apparizione di Pavarini sul campo, nel giorno dell’Europa che sta per scivolare via, appesa a un filo, che all’improvviso diventa forte e robusto, con Rosati che para il rigore e che tiene su un gruppo di ragazzi stretti intorno alla panchina per realizzare un attimo e poi riversarsi sul campo, quando, al minuto 94’ si decreta che il Parma è in Europa.
Scoppia la festa, Ghirardi commosso viene portato in trionfo, Donadoni “gavettonato” e Leonardi che quasi piange, con i calciatori che corrono sotto la curva ad abbracciare idealmente ogni tifoso che si è sgolato per sostenerli un campionato intero. Bandiere gialloblù, coprono tutti, il presidente ne ha addosso una colorata di azzurro, con tutte le stelle intorno, le stelle che rappresentano i paesi della comunità europea. Quella calcistica, dal 18 maggio, ha anche il Parma, e che Parma! Un sogno che si avvera e che si fa fatica a realizzare, per come è stato, per come si è verificato. Sembra un film, di quelli con la fine già scritta, con Amauri che decide una partita entrando dalla panchina, con Cerci che sbaglia il rigore al 94’, con la Fiorentina che da sportiva batte tutte le critiche che gli sono piovute addosso durante la settimana.
Il trionfo della squadra di Ghirardi è meritato, è stata avanti sempre, ha rischiato di perdere una cosa che è riuscita a costruirsi passo dopo passo grazie a un allenatore sapiente, che ha avuto la capacità di rivedere la sua impostazionie tattica, che ha tenuto a bada un personaggio come Cassano, che ha rivitalizzato Amauri rincuorandolo quando non era felice. E, quando Parma-Livorno è finita già da un pezzo, sul terreno di gioco si spengono le luci, si abbassa la tenda e cala il sipario per un anno splendido, un anno da ricordare, da incorniciare e da… godersi.