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Parmamania: meno 10 giorni...
Il Parma non desta interesse? Non si sa, sta di fatto che per ora nessuno si è avvicinato neppure per sbaglio alle prime due aste. Qualche grido di interesse, timido, silenzioso, ma per il resto la stanza virtuale messa in piedi dai curatori fallimentari si può dire che è rimasta pressoché chiusa. Ancora troppo alto il prezzo affinché il Parma riesca a trovare un proprietario degno di gestire una società al collasso.
Parma ai parmigiani? Ma no, non in B perché gli industriali del territorio sarebbero interessati alla squadra solo ed esclusivamente in serie D, per via dei costi minori e per un fatto di campanilismo. Per manterene una squadra nelle serie professionistiche ci vogliono dei sacrifici e della programmazione curata, che diano spazio anche a qualche passo indietro qualora le cose, un giorno, non dovessero andare come desiderato dai protagonisti. Tutti elementi che ieri non ci sono stati, nonostante ci spiegavano come le cose andassero benissimo e come il Parma fosse una di quelle società più pulite e limpide del torneo.
E per fortuna... Mettiamo caso che fosse stata un po' così, sciagurata, distratta nei conti e nella gestione di certe cose. Che sarebbe successo? Il 18 maggio l'asta, la terza, dove il prezzo è sceso rispetto ai 20 milioni, (poco più di 11 milioni) e mancano 10 giorni più o meno per definire il futuro di una squadra e di una società che al momento sembra possa non esserci più tra le squadre che contano.
Per evitare questo, qualcuno dovrebbe sobbarcarsi come può, i costi di gestione oltre a quelli che deve sborsare per aggiudicarsi il titolo sportivo. E salvare la categoria, dato che il Parma è ormai retrocesso. In B, bisognerà scremare tutta la rosa di quelli che il Parma lo hanno visto solo in tv. Mancano 10 giorni, dopo di che, il verdetto sarà irrevocabile. O si fa il Parma, o si muore.
Parma ai parmigiani? Ma no, non in B perché gli industriali del territorio sarebbero interessati alla squadra solo ed esclusivamente in serie D, per via dei costi minori e per un fatto di campanilismo. Per manterene una squadra nelle serie professionistiche ci vogliono dei sacrifici e della programmazione curata, che diano spazio anche a qualche passo indietro qualora le cose, un giorno, non dovessero andare come desiderato dai protagonisti. Tutti elementi che ieri non ci sono stati, nonostante ci spiegavano come le cose andassero benissimo e come il Parma fosse una di quelle società più pulite e limpide del torneo.
E per fortuna... Mettiamo caso che fosse stata un po' così, sciagurata, distratta nei conti e nella gestione di certe cose. Che sarebbe successo? Il 18 maggio l'asta, la terza, dove il prezzo è sceso rispetto ai 20 milioni, (poco più di 11 milioni) e mancano 10 giorni più o meno per definire il futuro di una squadra e di una società che al momento sembra possa non esserci più tra le squadre che contano.
Per evitare questo, qualcuno dovrebbe sobbarcarsi come può, i costi di gestione oltre a quelli che deve sborsare per aggiudicarsi il titolo sportivo. E salvare la categoria, dato che il Parma è ormai retrocesso. In B, bisognerà scremare tutta la rosa di quelli che il Parma lo hanno visto solo in tv. Mancano 10 giorni, dopo di che, il verdetto sarà irrevocabile. O si fa il Parma, o si muore.