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Parmamania: fatiche e mercato
La stagione del Parma comincia a Collecchio, quartier generale pronto ad accogliere per la seconda volta la preparazione dei crociati. Un clima mite, fresco, accompagna le sedute. Un anno dopo, si riparte con l’entusiasmo di chi ha perso qualcosa e ha voglia di riprenderselo dopo patimenti.
Un inizio pieno di enfasi accompagna mister Donadoni e i suoi, accolti da un pubblico nutrito e da una visita inaspettata, per certi versi. Quel Ghirardi romantico è spuntato a metà seduta, la prima, quando ormai tutta la squadra si è fatta avanti e ha già risposto all’abbraccio dei tifosi. Sbuca da vie laterali il presidente, dimissionario per scelta, ma innamorato.
Non vuole abbandonare la squadra. Dopo averla gettata ulteriormente nello sconforto, il 30 maggio, dopo la mazzata della mancata partecipazione all’Europa, è arrivato anche, per i tifosi, l’abbandono presidenziale. L’incertezza regna, intendiamoci, ma il Ghiro c’è, ha portato una ventata di ottimismo, in attesa di portare qualche volto nuovo che varchi il limes e si sistemi agli ordini di Donadoni.
Per ora, solo nomi, accostamenti e suggestioni: come il rientro di Dzemaili alla base, per il quale non c’è stato alcun contatto con il Napoli, oppure Lodi, sempre utile in mezzo al campo. Le trattative è difficile sbloccarle, il Parma acquista solo se vende. E di vendite, grosse da contare gli introiti, non ce ne sono per il momento. Paletta, unico ad avere mercato internazionale, resterebbe pure, ma il treno dei desideri passa una volta sola e, a 28 anni, uno deve farsi due calcoli. Il problema è che di treni, per ora, non se ne vedono.
La Juventus sembra aver mollato la presa, il Milan pure, la Roma si concentra su altro, la Lazio è vicina ad Astori. Solo i turchi di Prandelli, quelli del Galatasaray, hanno il mirino puntato su Gabriel, ma resta da vedere che cifre mettono a disposizione. Donadoni ha chiesto, per ora, un difensore e un centrocampista. Prima però deve vendere e cercare di accontentare lui la società, scremando la rosa. Vedremo. Per ora si fatica, anche sul mercato.
Un inizio pieno di enfasi accompagna mister Donadoni e i suoi, accolti da un pubblico nutrito e da una visita inaspettata, per certi versi. Quel Ghirardi romantico è spuntato a metà seduta, la prima, quando ormai tutta la squadra si è fatta avanti e ha già risposto all’abbraccio dei tifosi. Sbuca da vie laterali il presidente, dimissionario per scelta, ma innamorato.
Non vuole abbandonare la squadra. Dopo averla gettata ulteriormente nello sconforto, il 30 maggio, dopo la mazzata della mancata partecipazione all’Europa, è arrivato anche, per i tifosi, l’abbandono presidenziale. L’incertezza regna, intendiamoci, ma il Ghiro c’è, ha portato una ventata di ottimismo, in attesa di portare qualche volto nuovo che varchi il limes e si sistemi agli ordini di Donadoni.
Per ora, solo nomi, accostamenti e suggestioni: come il rientro di Dzemaili alla base, per il quale non c’è stato alcun contatto con il Napoli, oppure Lodi, sempre utile in mezzo al campo. Le trattative è difficile sbloccarle, il Parma acquista solo se vende. E di vendite, grosse da contare gli introiti, non ce ne sono per il momento. Paletta, unico ad avere mercato internazionale, resterebbe pure, ma il treno dei desideri passa una volta sola e, a 28 anni, uno deve farsi due calcoli. Il problema è che di treni, per ora, non se ne vedono.
La Juventus sembra aver mollato la presa, il Milan pure, la Roma si concentra su altro, la Lazio è vicina ad Astori. Solo i turchi di Prandelli, quelli del Galatasaray, hanno il mirino puntato su Gabriel, ma resta da vedere che cifre mettono a disposizione. Donadoni ha chiesto, per ora, un difensore e un centrocampista. Prima però deve vendere e cercare di accontentare lui la società, scremando la rosa. Vedremo. Per ora si fatica, anche sul mercato.