Parmamania:| Il miracolo di Donadoni
Questa volta sì, bisogna soltanto applaudirlo. Ci ha messo un po' a ingranare, a capire come far rendere al meglio la squadra e a dare una certa impronta di gioco. Ma, quando tutto è andato a regime, i risultati si sono visti. E, ora, dopo lo splendido 3-1 inflitto all'Inter, il Parma si trova a quota 50 punti e non è in corsa per l'Europa League soltanto perché la Lazio e i nerazzurri si incontreranno nell'ultima giornata e inevitabilmente una delle due farà punti.
Un risultato pazzesco, se si considera il crescendo nella qualità di gioco della squadra e il fatto che quella di ieri sera è la quinta vittoria consecutiva dei crociati, un record mai centrato prima in serie A, nemmeno negli anni gloriosi di Nevio Scala, Carlo Ancelotti, Alberto Malesani, Cesare Prandelli e Mario Beretta. Il Parma si è messo in salvo e adesso ha due giornate per salire a quota 56, restando aggrappato a un ottavo posto che manca dalla splendida annata con Francesco Guidolin in panchina.
Il merito, in questo caso, va in gran parte all'allenatore, a Roberto Donadoni. Che ha faticato non poco, ha proposto per un paio di mesi un Parma incapace di proporre un calcio di qualità e troppo votato al lancio lungo. Poi, ha capito come integrare al meglio Sebastian Giovinco nel sistema di gioco della squadra, ottenendo risultati importantissimi e portando la Formica Atomica a quota 14 in classifica marcatori, record assoluto in carriera.
Adesso sì che il Parma gioca. Palla a terra e accelerazioni in velocità, quelle che hanno messo al tappeto un gigante dai piedi d'argilla come l'Inter e che hanno permesso a Giovinco ma anche a Jonathan Biabiany e Jonathan di valorizzarsi appieno. Un centrocampo di qualità e tanta rapidità in transizione. Sempre con la palla bassa. Era questo quello che chiedevano i tifosi, era questo quello che per natura dei calciatori in rosa si doveva fare. E, finalmente, Donadoni è riuscito nell'impresa di dare un'impronta del genere alla squadra. Chapeau.