Parma, Tavecchio sapeva tutto: ignorate tre relazioni Covisoc
Aspettando la sentenza che porterà al fallimento del Parma Calcio, emergono particolari importanti che definiscono i dettagli del quadro generale della vicenda e puntano i riflettori sulla posizione del Presidente della FIGC Carlo Tavecchio.
Secondo quanto riportato da Repubblica, dall'editoriale firmato Aligi Pontani, Tavecchio aveva ricevuto, nel corso dei primi mesi in cui si è insediato alla guida della FIGC, 3 relazioni da parte degli osservatori della Covisoc sulla situazione finanziaria del Parma Calcio. L'ultima, datata 18 dicembre (circa 2 mesi prima che scoppiasse il caso mediatico) tracciava un quadro drammatico della vicenda con una situazione debitoria fuori controllo. Tavecchio ha di fatto ingorato quelle relazioni esponendosi soltanto a giochi conclusi per salvare il campionato convincendo staffe e calciatori gialloblu a concludere la stagione con il sostegno della Lega Serie A.
La grana è quella del Parma, che è enorme. Tavecchio la affronta con piglio. Distribuisce frasi a effetto: mai più qualcuno potrà comprare una società a un euro, come ha fatto Manenti, promette. Poi aggiunge fiero: faremo di tutto per far finire il campionato di serie A regolarmente, abbiamo convinto la Lega a fornire i mezzi e i giocatori del Parma a giocare. Bravo, lo applaudono dal Coni, così si fa, anche i commentatori di Sky si placano, a posto così, l'importante è finire come cantava Mina. Nessuno, però, né Sky né altri censori della prima ora, mettono in evidenza abbastanza un dettaglio che nella questione Parma è invece fondamentale. Riguarda il lavoro oscuro - e oscurato - della Covisoc, l'organismo di controllo sui bilanci delle società di calcio, una volta severissimo e poi annacquato ad arte e a morte dalla Federcalcio di Abete, di cui comunque Tavecchio era il vicepresidente. Dunque, la Covisoc, come rivelato sempre da Repubblica, aveva inoltrato alla Federcalcio ben tre relazioni sullo stato del Parma. Tre relazioni nelle quali il livello di allarme era stato crescente, fino a diventare assordante nell'ultima, quella successiva all'ispezione del 18 dicembre, quando i funzionari Covisoc scoprono che il Parma in quanto società è tecnicamente dissolto: niente cda, niente pagamenti ai giocatori e ai creditori, condizione debitoria fuori controllo, opacità ovunque, amministratori in fuga. Gli ispettori scrivono agghiacciati la loro relazione e la mandano alla Federcalcio, presieduta dallo stesso Tavecchio che adesso dice mai più. Solo che Tavecchio, si suppone, legge la relazione e se ne frega per almeno due mesi, fino a febbraio inoltrato, quando lo scandalo Parma esplode sui giornali. Non solo, dunque, non vigila, come gli imporrebbe il ruolo. Ma soprattutto, non interviene. Lascia che i fatti seguano il loro corso, fino al default, agli spogliatoi venduti all'asta, alle partite rinviate, ai Taci e ai Manenti, al desolante e sconfinato casino di oggi.