Parma, socio di minoranza: 'Manenti? Neanche soldi per caffè'
All'uscita dalla riunione sul futuro della società, il socio di minoranza del Parma Roberto Giuli annuncia che tutto si è concluso con un nulla di fatto: "Noi ci siamo espressi in modo contrario e aspettiamo che il socio di maggioranza metta la sua quota e faccia il primo passo. Il debito è di 56 milioni, il capitale è totalmente azzerato. Noi abbiamo preso coscienza della situazione patrimoniale solo ad assemblea in corso, i dati riportati ci costringono a immettere del capitale liquido per ricostruire la situazione finanziaria. Successivamente ci sarà l'assemblea di Eventi Sportivi e noi siamo fuori. Una banca mondiale si sarebbe resa disponibile, non sappiamo nemmeno il nome. Se i soldi ci sono e servono per salvare il Parma bisogna metterli nelle casse del Parma: ad oggi non ci sono. La verità è questa. Bisogna dimostrate che ci sono garanzie con prove certe e non con chiacchiere. Solo se ci sono garanzie si può approvare il piano, i debiti tributari (Iva e Irpef) ammontano a 30 milioni, e se questi, assieme a quegli altri, verranno coperti il Parma non fallirà. Di Manenti penso la stessa cosa che pensate anche voi. Lui ha un piano di salvataggio, ha i soldi e aspetta il tribunale, solo dopo si impegnerà a pagare tutto. Ma io non ho visto né soldi né garanzie, solo chiacchiere. Qua dentro ho lasciato 4 milioni sono già in perdita. Ho esultato con la squadra, mi sono appassionato e a oggi dopo pochi mesi mi fa male vedere questo scenario soprattutto per la gente che vedo lavorare qui. Mi dispiace per gli impiegati e mi da fastidio umanamente. Vedere questa tristezza e agonia mi da fastidio, quale sarebbe lo scopo di portare avanti questa situazione? Chi è entrato nel Parma dopo Ghirardi ha scoperto cose che non sapeva ma la situazione era già brutta da tempo. Qua non ci sono neanche quei pochi soldi per comprare il caffè. Il bilancio dal quale ci siamo astenuti portava una perdita di 13 milioni ed era relativo al giugno del 2014. Noi abbiamo ritenuto che non fosse veritiero e al 31 12 2014 ci sono 50 milioni di debiti e a oggi 56 milioni. Non c'è modo di verificare i conti del Parma. Oggi il collegio ha preso atto della nostra contrarietà, ora la società deve essere messa in liquidazione."