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Parma-Napoli, la partita emblema della Serie A anti-ufficio inchieste
Riportiamo integralmente l'articolo da Il Giornale del collega Giuseppe De Bellis sul burrascoso finale di partita tra Parma e Napoli, a cui hanno fatto seguito le gravi accuse del tecnico gialloblù Roberto Donadoni e di alcuni suoi calciatori verso i propri avversari, colpevoli di aver chiesto di perdere volutamente la partita, alla luce del fatto che il club emiliano è già retrocesso in Serie B e rischia di sparire dal calcio professionistico a causa delle sue vicissitudini societarie. Nel mirino soprattutto l'argentino Gonzalo Higuain, che è andato molto vicino allo scontro fisico col portiere del Parma Antonio Mirante.
È la giornata anti-ufficio inchieste. Con squadre già salve che se la giocano alla morte con squadre che invece devono ancora salvarsi; con squadre già retrocesse che fermano squadre che puntano ad andare in Champions League; con squadre che non hanno altra ambizione che mostrare l'orgoglio che mettono in crisi altre candidate alla Champions.
Mentre il capo degli zingari (l'organizzazione che avrebbe truccato con l'aiuto dei calciatori decine e decine di partite negli ultimi anni) racconta di campionati farlocchi, la Serie A ieri è sembrata il contrario. Prendi Parma-Napoli 2-2, un risultato che sfugge alla logica del calcio ma, soprattutto, alla logica del calcio come l'abbiamo vissuto per molto tempo, con partite di fine stagione decise molto prima di giocare (poi abbiamo scoperto che forse i giocatori ci scommettevano pure).
Il Parma retrocesso e fallito che ferma il Napoli che, dopo la sconfitta della Roma a Milano con il Milan (altra partita con risultato apparentemente illogico), poteva recuperare tre punti in chiave Champions. L'eco del calcioscommesse ha provocato un sussulto quando alla fine Higuain se l'è presa con il portiere Mirante. Perché? Cattivi pensieri scacciati dalla vittoria del Sassuolo già salvo in casa del Cesena, che solo vincendo ieri aveva le ultime minuscole chance di salvarsi. Dall'Empoli, matematicamente salvo che ha fatto impazzire la Fiorentina che insegue l'Europa League. E pure dalla vittoria difficile dell'Atalanta a Palermo. Buon segno, almeno così pare. Salvo sorprese.
Giuseppe De Bellis, Il Giornale
È la giornata anti-ufficio inchieste. Con squadre già salve che se la giocano alla morte con squadre che invece devono ancora salvarsi; con squadre già retrocesse che fermano squadre che puntano ad andare in Champions League; con squadre che non hanno altra ambizione che mostrare l'orgoglio che mettono in crisi altre candidate alla Champions.
Mentre il capo degli zingari (l'organizzazione che avrebbe truccato con l'aiuto dei calciatori decine e decine di partite negli ultimi anni) racconta di campionati farlocchi, la Serie A ieri è sembrata il contrario. Prendi Parma-Napoli 2-2, un risultato che sfugge alla logica del calcio ma, soprattutto, alla logica del calcio come l'abbiamo vissuto per molto tempo, con partite di fine stagione decise molto prima di giocare (poi abbiamo scoperto che forse i giocatori ci scommettevano pure).
Il Parma retrocesso e fallito che ferma il Napoli che, dopo la sconfitta della Roma a Milano con il Milan (altra partita con risultato apparentemente illogico), poteva recuperare tre punti in chiave Champions. L'eco del calcioscommesse ha provocato un sussulto quando alla fine Higuain se l'è presa con il portiere Mirante. Perché? Cattivi pensieri scacciati dalla vittoria del Sassuolo già salvo in casa del Cesena, che solo vincendo ieri aveva le ultime minuscole chance di salvarsi. Dall'Empoli, matematicamente salvo che ha fatto impazzire la Fiorentina che insegue l'Europa League. E pure dalla vittoria difficile dell'Atalanta a Palermo. Buon segno, almeno così pare. Salvo sorprese.
Giuseppe De Bellis, Il Giornale