Paradosso Napoli, senza allenatore prima ancora che finisca la stagione. E per la prossima parte in ritardo
Non è usuale che la squadra vincitrice dello scudetto, per di più a trentatré anni di distanza dal precedente, sia senza allenatore prima ancora che finisca il campionato. Ma a Napoli è andata così: Spalletti è stanco e vuole riposarsi un anno, De Laurentiis non si è strappato i capelli per l’addio (voleva già avvicendarlo l’anno scorso anche se adesso aveva esercitato il rinnovo), la piazza resta attonita, il panorama poco limpido: Luis Enrique ha detto no e all’orizzonte si stagliano solo ipotesi.
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Fosse per il presidente, avrebbe già interpellato Vincenzo Italiano che gli piace da quando allenava lo Spezia, figurarsi adesso che con la Fiorentina ha raggiunto due finali. Poiché i rappoorti con Commisso sono buoni, De Laurentiis se ne starà in silenzio almeno fino all’8 giugno, il giorno successivo la finale di Conference a Praga. Poi annuserà l’aria e chiederà il permesso di poter trattare. Però Italiano ha un altro anno di contratto e Commisso detesta le interferenze.
Si è parlato di Sergio Conceiçao, resta in lizza Thiago Motta, forse il più equilibrato tatticamente, il più completo per formazione, fedele al 4-3-3 che Spalletti ha sempre utilizzato e che piace tanto a De Laurentiis. Ora, anche se non sembra, il problema non è solo chi, ma quando. Il Napoli si è dato tempo fino al 15 giugno, a me sembra troppo tardi. A maggior ragione se, per quella data, se ne fosse andato anche Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo che lo scudetto lo ha preparato negli anni.
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Fosse per il presidente, avrebbe già interpellato Vincenzo Italiano che gli piace da quando allenava lo Spezia, figurarsi adesso che con la Fiorentina ha raggiunto due finali. Poiché i rappoorti con Commisso sono buoni, De Laurentiis se ne starà in silenzio almeno fino all’8 giugno, il giorno successivo la finale di Conference a Praga. Poi annuserà l’aria e chiederà il permesso di poter trattare. Però Italiano ha un altro anno di contratto e Commisso detesta le interferenze.
Si è parlato di Sergio Conceiçao, resta in lizza Thiago Motta, forse il più equilibrato tatticamente, il più completo per formazione, fedele al 4-3-3 che Spalletti ha sempre utilizzato e che piace tanto a De Laurentiis. Ora, anche se non sembra, il problema non è solo chi, ma quando. Il Napoli si è dato tempo fino al 15 giugno, a me sembra troppo tardi. A maggior ragione se, per quella data, se ne fosse andato anche Cristiano Giuntoli, il direttore sportivo che lo scudetto lo ha preparato negli anni.