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Paquetá-Milan: la trappola visite, sarà pagato il 70% e... Leo come Guardiola
IL MODUS OPERANDI DI LEO - Una tentazione inventata da Leonardo, dicevamo. Perché da quando si è insediato nella dirigenza del Milan, Leo si è attivato su Paquetá considerandolo il miglior talento presente oggi in Brasile e tra i migliori dell'intero Sudamerica. Ha capito che c'era margine per trattare sui 50 milioni della clausola; questo perché la scadenza del contratto era nel dicembre 2020 e ha spinto Paquetá a non rinnovare, solo due anni davanti e una situazione pericolosa che ha spinto il Flamengo ad accettare i 35 milioni del Milan. Strategia perfetta; mesi di lavoro silenzioso, poi gli incontri con gli agenti per rimanere in corsa anche quando si sono inserite Paris Saint-Germain e Manchester City con grandissima forza. E qui nasce l'operazione alla Leonardo: telefonate continue al giocatore, rapporti splendidi con l'agente da anni e soprattutto con la dirigenza del Flamengo, presidente Eduardo Bandeira de Mello incluso. Leo ha agito... "alla Guardiola", come quando Pep chiamò Gabriel Jesus per sorpassare l'Inter convincendolo in pochi giorni. Lo stesso ha fatto Leonardo, corteggiamento diretto con più di 5 telefonate e sì di Paquetá nonostante tanti top club lo volessero. Mossa perfetta, contratto di cinque anni già pronto.
PERCENTUALE AL FLAMENGO - Determinante è stato anche il ruolo di Bruno Singal, CEO del Flamengo che in gran segreto è stato invitato a Milano pochi giorni fa per blindare l'accordo e organizzare poi le visite mediche di Paquetá. Insomma, non manca più nulla e l'operazione è conclusa. Ma c'è un ulteriore dettaglio da puntualizzare: il Milan pagherà infatti solo il 70% dei 35 milioni al Flamengo anche in termini di bilancio, mentre il resto andrà nelle casse della famiglia di Paquetá come da accordi sul suo cartellino e un'altra piccola parte agli agenti della 'Brazil Sports' che hanno curato il trasferimento. Flirtavano con Man City e PSG, hanno scelto il Milan. Merito di Leonardo.