Bari, Paparesta: 'Il progetto non è in discussione'
Clima teso in casa Bari, con la squadra che ha iniziato ad handicap la stagione collezionando 2 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. I tifosi hanno messo nel mirino il tecnico Devis Mangia, ma il presidente Gianluca Paparesta ha voluto affidare ad una lunga lettera sul sito ufficiale del club la conferma del progetto tecnico affidato al tecnico di Cernusco sul Naviglio.
Ecco il comunicato ufficiale:
Cari tifosi, cari giornalisti, cari baresi,
affido a questa lettera i miei pensieri di tifoso, di uomo di calcio e di presidente della «nostra» società all’indomani della partita contro il Modena.
La pressione psicologica è una cattiva consigliera perché trasmette ansia, offusca la visione, spinge ad azioni suscitate dall’emozione e non dalla ragione.
Ho avuto modo in questi mesi di conoscere mister Mangia e so che ha spalle larghe per sopportare questo peso. Tuttavia, considero non facile mantenere la lucidità, la serenità e la capacità di giudizio sotto il peso di un’opinione pubblica a volte mal orientata, frenetica e frettolosa.
Ho invitato il mister a non mollare il suo progetto e a non modificare la sua visione. Perché? Perché io stesso non voglio mollare il mio progetto organizzativo, modificare la mia visione. Il mio obiettivo non è «solo» la Serie A, ma far diventare la «nostra» società un esempio di strategia, progettualità e di operatività con una governance compatta, responsabile e ambiziosa. Con il coinvolgimento e il supporto di tutta la «comunità biancorossa».
Il nostro lavoro riguarda sì la prima squadra, ma parte da una riorganizzazione degli uffici, dei settori e dei servizi per allinearci a standard senza i quali non si può avere successo nel calcio dei nostri tempi. E se dobbiamo guardare al futuro dobbiamo organizzare il presente. Dietro la prima squadra c’è un lavoro profondo da fare che ci ripagherà degli sforzi negli anni a venire. E, forse,serve anche segnalare che la «Primavera» è capolista con la Roma, che i «Giovanissimi» sono in testa e gli «Allievi» di Legrottaglie , oggi vittoriosi, presto diranno la loro.
Il calcio, si sa, ha i suoi corsi, ma anche i suoi ricorsi. Chi oggi chiede il cambio della guida tecnica e rimpiange lo scorso anno ripete un copione che è già andato in scena milioni di volte. È uno stereotipo del calcio. Sino allo scorso marzo si giudicavano incompetenti i tecnici del Bari dell’epoca e si chiedeva l’esonero, oggi dopo la meravigliosa esperienza del finale di campionato si rimpiangono in continuazione…
Ricordo come non fui risparmiato dalle critiche anche allora, perché sostenevo (a dicembre) che quella squadra, mentre lottava per non retrocedere, aveva tutte le possibilità di raggiungere i playoff in un campionato lunghissimo e ricco di momenti difficili, ma anche di tante opportunità di riscatto.
Voglio dirlo chiaro a tutti: il progetto non si tocca e il tecnico non è in discussione, perché è parte integrante della nostra idea di fare calcio. La chiarezza della nostra visione è tale che possiamo rassicurare tutti che non ci faremo influenzare da alcun tentativo di destabilizzare il clima intorno alla squadra.
Non serve al progetto, danneggia la credibilità della società, offende un professionista come il nostro allenatore, non produce dinamiche positive per la città che rappresentiamo con i nostri colori. Il copione degli esoneri «su richiesta» appartiene a uno schema banale, elementare, di respiro corto. Un vecchio modo di interpretare il calcio, le sue relazioni e i suoi rapporti di forza. Un rito che statisticamente non produce alcun risultato. Vogliamo voltare pagina anche in questo. Vogliamo un respiro ampio e profondo per la società e per la città che rappresentiamo. I vecchi schemi non ci interessano ed è bene che lo sappiano tutti.
Ho fatto una scelta a luglio in piena responsabilità e in piena responsabilità intendo portarla avanti fino alla fine, nel rispetto degli obiettivi e delle persone (con le quali in questo ambiente si gioca fin troppo facilmente).
Detto questo Mangia è il nostro allenatore ed è, a mio modo di vedere, il migliore per il nostro progetto. E con lui i nostri ragazzi che compongono la rosa.
Naturalmente, quando parlo di obiettivi deve essere chiaro a tutti che mi aspetto di più, conoscendo le potenzialità di ognuno. E quando parlo di progetto, parlo anche del «patto» che ho stretto con la nostra tifoseria che, lo dico con piena consapevolezza, non ha eguali.
Sono soddisfatto? Sarei ipocrita se dicessi che lo sono. Come tutti mi sarei aspettato, un inizio diverso.
Sono preoccupato? In piena onestà non lo sono e stento a credere che dopo solo 7 giornate si possa creare un tale clima di tensione, impazienza e insofferenza intorno ad una squadra rifondata. Chi sa di calcio, chi conosce la Serie B sa che siamo solo all’inizio e molte sorprese il campionato ancora riserverà. Basta un’occhiata alla classifica per rendersi conto di quanto sia «corta». Così come basterebbe osservare che non siamo gli unici ad avere problemi. Perché? Perché è «normale» che sia così in ogni attività.
Apprendimento ed esperienza hanno il loro peso e i loro tempi, ma tutto diventa più facile e più rapido in un clima di serenità che spazzi via l’ansia da prestazione. Ed è qui che il tifoso svolge un ruolo che nessun presidente può svolgere.
Le cronache della gara contro il Modena hanno correttamente evidenziato i fischi di fine gara lanciati da una parte della tifoseria. Tuttavia rilevo come non sia stata data alcuna evidenza al «cuore» della Nord che ha incitato i ragazzi dal primo all’ultimo minuto. Due modi diversi di interpretare la propria passione, che, per onestà intellettuale e professionale, dovrebbero essere considerati entrambi legittimi e degni di nota.
Come considero legittimo il fatto che tutti coloro che sostengono la squadra si aspettino molto di più da questo Bari. Lo meritano loro, lo merita la nostra città.
Bene. Qualcuno può forse credere che l’attuale dirigenza possa avere un obiettivo diverso? Qualcuno può forse credere che gli sforzi compiuti finora servissero a ottenere un modesto profilo?
In verità non abbiamo mai nascosto il nostro obiettivo e siamo convinti, oggi come ieri, di aver operato bene in sede di mercato e di avere tutte le potenzialità per raggiungere quel che tutti insieme vogliamo raggiungere. Posso anche riconoscere di aver sbagliato a sbandierarlo fin dal primo giorno. Mi chiedo (e chiedo): se avessi indicato a un pubblico unico e straordinario come il nostro, con calciatori come quelli che abbiamo e con un tecnico vicecampione d’Europa Under 21, che il nostro obiettivo era una tranquilla permanenza in B cosa avreste pensato tutti?
Tuttavia questo non giustifica la frenesia di raggiungere la meta già a inizio ottobre. Perché questo clima di pressione nuoce ai ragazzi e molti tra loro hanno accettato di giocare nel Bari sicuri di trovare un ambiente diverso e accogliente come nessun altro.
Chi tra noi ha mai visto una squadra vincere un campionato in autunno? In questo momento servono serenità e capacità di migliorare quello che non va. Mancano 35 partite. Un’infinità. Un tempo nel quale risulteranno fondamentali dedizione e massimo impegno da parte nostra. Un tempo in cui tutti (società, allenatore, giocatori, media e tifosi) spero dedichino un vero spazio all’ascolto delle ragioni dell’altro piuttosto cheesclusivamente all’affermazione delle proprie. Un tempo in cui auspico l’equilibrio nei giudizi di chi appartiene con professionalità, responsabilità e competenza al delicato e importante mondo dell’informazione. Un mondo che è di vitale supporto nell’ambito di una critica senza limiti, ma costruttiva, fondata e competente.
E alla fine qualcuno può anche chiedermi se mi sento tranquillo e sereno. Le risposte sono «no» alla prima, «sì» alla seconda. L’attuale clima di tensione che, come ho detto reputo ingiustificato, non mi può lasciare tranquillo. FC Bari 1908 è l’esito di un patto tra i dirigenti di una società e i suoi tifosi. Un patto cementato dal sentimento e dall’amore per la squadra. Invece, posso dire che sono sereno perché, come tutti, so che il lavoro alla fine paga e noi stiamo lavorando per migliorarci.
Io sono qui, con il mister e con i ragazzi, a dare il mio contributo.
Ma chiediamoci, per concludere, qual è la nostra forza? È la somma del desiderio che società, squadra e tifosi hanno di ottenere il massimo risultato possibile superando le difficoltà che in un campionato così lungo e difficile si possono incontrare. Quindi, fiducia e FORZA BARI!