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    Papà Witsel: 'Il calcio è integrazione. Ci sarà sempre chi ci urlerà di raccogliere banane. Italia in ginocchio? Bello'

    Papà Witsel: 'Il calcio è integrazione. Ci sarà sempre chi ci urlerà di raccogliere banane. Italia in ginocchio? Bello'

    Il figlio è un avversario in campo, il padre è un alleato fuori. Axel Witsel guiderà il centrocampo del Belgio contro l'Italia nei quarti di finale di Euro2020, Thierry Witsel, ex calciatore e allenatore, ora deputato del parlamento vallone per il partito socialista, dice la sua sull'inginocchiamento in campo per il Black Live Matter, con la questione italiana che fa discutere. Queste le parole riportate dal Corriere della Sera: "Anche se l'Italia si inginocchia per la prima volta per solidarietà con noi e non di sua spontanea volontà, mi fa comunque molto piacere: eravate un paese di emigranti, state diventando un paese multietnico ed è normale che ci siano aggiustamenti, esitazione, qualche imbarazzo nel prendere decisioni. Serve tempo". 

    LA FRANCIA - "Date le mie origini francesi mi delude molto e mi mette tristezza l'indifferenza della Francia, considerato quanto multietnica è la sua società e quanto i giocatori neri o nordafricani abbiano contribuito a farla diventare grandissima". 

    IL CALCIO - "Per un ragazzo come me, arrivato a 8 dalla Martinica o per Axel, il calcio è cruciale per l'inserimento nella società. Al pomeriggio io percorrevo dieci chilometri a piedi per andare ad allenarmi. In quei pomeriggi, lentamente il mio livello di integrazione cresceva, anche perché gli istruttori erano e sono formati per favorirla e farla diventare, direi, quasi primordiale: quando diventi calciatore, quando condividi lo spogliatoio capisci che la forza della società belga è la multietnicità". 

    INGINOCCHIARSI - "A me sembra naturale che il Belgio si inginocchi, perché qui conosciamo bene sia il valore dell'integrazione sia il dolore della discriminazione: di gente che invita me e mio figlio a tornare a raccogliere banane ce n'è stata, ce n'è e ce ne sarà sempre. Ma vedendo le cose da una prospettiva più ampia rispetto a Romelu e Alex, per motivi di età, so che le cose stanno cambiando. I ragazzi si identificano con loro e vedendo la loro integrazione e i loro successi, si considerano cittadini alla pari. Axel di questo suo ruolo è orgogliosissimo, abbiamo fondato assieme un'associazione che avvia al calcio i ragazzi più disagiati e lui, dopo il granve infortunio che ha sofferto a gennaio, ha lavorato come un pazzo per essere all'Europeo". 

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