POOL/AFP via Getty Images
Papà Witsel: 'Il calcio è integrazione. Ci sarà sempre chi ci urlerà di raccogliere banane. Italia in ginocchio? Bello'
LA FRANCIA - "Date le mie origini francesi mi delude molto e mi mette tristezza l'indifferenza della Francia, considerato quanto multietnica è la sua società e quanto i giocatori neri o nordafricani abbiano contribuito a farla diventare grandissima".
IL CALCIO - "Per un ragazzo come me, arrivato a 8 dalla Martinica o per Axel, il calcio è cruciale per l'inserimento nella società. Al pomeriggio io percorrevo dieci chilometri a piedi per andare ad allenarmi. In quei pomeriggi, lentamente il mio livello di integrazione cresceva, anche perché gli istruttori erano e sono formati per favorirla e farla diventare, direi, quasi primordiale: quando diventi calciatore, quando condividi lo spogliatoio capisci che la forza della società belga è la multietnicità".
INGINOCCHIARSI - "A me sembra naturale che il Belgio si inginocchi, perché qui conosciamo bene sia il valore dell'integrazione sia il dolore della discriminazione: di gente che invita me e mio figlio a tornare a raccogliere banane ce n'è stata, ce n'è e ce ne sarà sempre. Ma vedendo le cose da una prospettiva più ampia rispetto a Romelu e Alex, per motivi di età, so che le cose stanno cambiando. I ragazzi si identificano con loro e vedendo la loro integrazione e i loro successi, si considerano cittadini alla pari. Axel di questo suo ruolo è orgogliosissimo, abbiamo fondato assieme un'associazione che avvia al calcio i ragazzi più disagiati e lui, dopo il granve infortunio che ha sofferto a gennaio, ha lavorato come un pazzo per essere all'Europeo".