Getty Images
Papà Kluivert: 'United e Barcellona? Ha scelto lui la Roma, ora vinca lo scudetto'
JUSTIN FIGLIO - "Che tipo di figlio è? Un bravo ragazzo. Sono molto soddisfatto di quello che sta facendo. È a Roma con la mamma Angela, si sta concentrando sul lavoro. Justin parla poco, però è uno che sa ascoltare ed è motivato. Avrei voluto che restasse all’Ajax ancora un anno, ha scelto lui. Credo che la Roma sia una buona soluzione".
DI FRANCESCO - "Se lo conosco? Poco, ma i risultati ottenuti parlano per lui. E poi il salto in Premier League sarebbe stato faticoso. Di Francesco mi sembra un allenatore preparato, bravo a far crescere i giocatori. Justin ha bisogno di questo, lavorare duro, ma è uno che ama imparare. La tournée americana è stata fondamentale: giocare contro le grandi squadre era il suo sogno".
SERIE A - "Non è il top nonostante Cristiano Ronaldo? Il campionato italiano si sta ritrovando ed è stato sempre molto importante, anche negli anni peggiori".
FUTURO IN PREMIER PER JUSTIN? - "A mio figlio auguro prima di tutto di essere felice, soddisfatto di quello che fa. Quando una persona è contenta lavora meglio e ottiene risultati migliori, vale in ogni campo del lavoro".
VICE-ALLENATORE DI SEEDORF NEL CAMERUN - "Un’impresa affascinante. Giocheremo la coppa d’Africa in casa da campioni in carica, è impegnativo ma mi piace, e poi io e Clarence ci conosciamo dall’infanzia: le strade a un certo punto si sono divise, ma i contatti sono sempre stati frequenti. E parliamo la stessa lingua".
JUSTIN PARLA L'ITALIANO? - "No, usa l’inglese per il momento, però è scrupoloso e imparerà in fretta. Parla poco e magari non ama i giornalisti, ma è comprensibile: quando sei figlio di un giocatore che è stato famoso tendi sempre a difenderti".
JUSTIN DIVENTERA' PIU' FORTE DI PAPA' PATRICK? - Risata. "Eh, per arrivare dove sono arrivato io deve farne di chilometri. Ma ha mostrato talento, ha personalità e tempo per fare una grande carriera".
DIFFERENZE - "Diverso da me per struttura fisica? Sì, è un altro tipo di attaccante. Justin gioca esterno, gli piace dribblare, però anche in fase difensiva sa lavorare bene. È bravo sia di destro sia di sinistro e vede la porta: se può tirare, tira. Non ha paura di niente, non ha timori a provare la giocata più difficile. Però deve restare con i piedi per terra".
LO VOLEVA IL MANCHESTER UNITED - "Non lo so, ma credo che lo United sarebbe stato un salto troppo grande. La Roma è un club importante, ma le pressioni sono minori. La Roma non deve vincere per forza ed è un club abituato al buon calcio. Per Justin è il posto ideale in questo momento".
SOGNO BARCELLONA - "Chi non sogna il Barcellona? Però il calcio italiano sta riprendendo quota e Justin può approfittarne. La Roma gioca un calcio tecnico, viene da risultati positivi anche in Europa. È un bel posto e poi l’ha scelto lui, e Justin è un ragazzo che sa quello che vuole".
IL PIU' DOTATO DEI FIGLI CALCIATORI? - "Ha mostrato talento,ora deve avere la possibilità di adattarsi a un campionato diverso da quello olandese e molto impegnativo, come so bene".
JUSTIN DA PICCOLO - "Com'era? Come tutti i bambini era molto vivace. Aveva sempre il pallone fra i piedi e questo interesse ossessivo spesso è un segnale di talento".
SOGNI PER IL FIGLIO - "Per prima cosa gli auguro di vincere lo scudetto. La Juve è la più forte, ma non si sa mai. Vorrei venire presto in Italia: sono impegnato con il nuovo lavoro, però per Justin ho sempre tempo. Voglio vederlo vincere con la Roma. E voglio vederlo felice".