Pandev, lo straniero più longevo della Serie A: dal Triplete alla salvezza Genoa
Con quel suo modo tutto balcanico di dare del tu al pallone, il mancino di Strumica è da 15 stagioni uno dei protagonisti del nostro campionato, oltre che lo straniero da più tempo domiciliato nell'attuale Serie A.
Le tre reti messe a segno nelle ultime quattro gare, contro Lazio, Chievo e Inter, gli hanno permesso finalmente di sbloccarsi in campionato con la maglia del Genoa e stanno portando il Grifone fuori dalle secche della zona retrocessione. Segno che la classe non conosce età e che anche a mezzo servizio, e dopo aver passato da un pezzo la boa dei 30 anni, si può essere ancora utili alla causa.
Del resto il suo dovere Goki l'ha sempre fatto, con ognuna delle sette maglie vestite in carriera.
Approdato sedicenne nel Bel Paese all'alba del Nuovo Millennio, quando l'Inter lo prelevò dalla sconosciuta formazione macedone del Belasica per farne il fiore all'occhiello della propria formazione Primavera, inizialmente Pandev fu accolto tra l'ironia e lo scetticismo dei tifosi nerazzurri. Colpa di un passaporto, quello macedone, e di un cognome che ai sostenitori della Benamata riportavano alla mente Darko Pancev, sciagurato pseudo-bomber giunto alla Pinetina a metà anni '90 con il soprannome di Cobra, per via del morso letale in zona-gol, e ben presto trasformatosi in Ramarro.
Ma che Pandev fosse di un'altra stoffa rispetto al connazionale lo si capì presto. Prima ancora di debuttare in prima squadra, nel 2001-02 trascinò i giovani compagni alla conquista del Viareggio e del campionato Primavera. Una doppietta storica che, sempre con i colori nerazzurri, saprà migliorare otto anni più tardi.
Moratti però non sembra credere molto in lui e dopo averlo spedito a farsi le ossa allo Spezia, all'epoca società satellite dell'Inter, in Serie C1 e al neopromosso Ancona in A, Pandev viene ceduto alla Lazio nell'estate del 2004. Con gli aquilotti il macedone diventa un giocatore maturo e completo, abile nel servire invitanti assist ai compagni ma capace anche di finalizzare in prima persona.
Le 48 reti messe a segno in cinque anni e la conquista della Coppa Italia 2009, raggiunta anche grazie al suo contributo fondamentale, convincono finalmente Moratti a riportarlo alla casa madre nel gennaio 2010. Fiducia che Pandev ricambia dando il suo apporto al trionfale triplete nerazzurro.
Dopo aver alzato il mondiale per club e un'altra Coppa Italia, nell'agosto 2011 Pandev cambia di nuovo aria, accasandosi questa volta a Napoli. All'ombra del Vesuvio il capitano della Macedonia si conferma Re di Coppa, vincendo per la quarta volta consecutiva, unico giocatore a riuscirci, la seconda competizione nazionale, ripetendosi poi anche nel 2014.
Lasciati alle spalle i successi dell'Inter del Triplete e i trionfi in Coppa Italia con Lazio e Napoli, nel 2014 Goki prova l'avventura all'estero accordandosi con il Galatasaray. Nonostante le vittorie in Turchia non manchino, Pandev sente nostalgia dell'Italia e dopo una sola annata decide di accettare la corte del Genoa, dove approda nell'estate successiva.
Tra acciacchi fisici ed incomprensioni tattiche, questa volta il mancino fatica più del solito, rimanendo all'asciutto in campionato per un intero anno. I gol però sono nel suo Dna e decide di metterli a disposizione della squadra nel momento di massimo bisogno, quando il Grifone sta scivolando mestamente verso i bassifondi della classifica. Nonostante un contratto in scadenza a fine giugno e nessun contatto dalla società riguardo ad un eventuale prolungamento, Pandev si comporta ancora una volta da professionista esemplare, facendo ciò che l'ha reso il più forte giocatore nella storia del calcio macedone: gol.
Altro che Ramarro, Pandev la rete la trova eccome. Nonostante le primavere passino inesorabilmente, lui l'istinto e la voglia di segnare non sembra averlo ancora perso.
Comunque andrà a finire la sua avventura in rossoblù, scommettete che il prossimo anno il ragazzo di Strumica saprà ancora far parlare il suo mancino in qualche piazza d'Italia?