Panchina d'oro a Pirozzi: 'Il mio idolo è Oronzo Canà'
“Io ho fatto gli esordi calcistici ad Amatrice e nel sisma è morto anche un mio ex giocatore. Quello di oggi non è un premio per Sergio Pirozzi, è un premio di tutti, di tutte quelle persone che ogni giorno si spendono per la mia e la nostra comunità”.
“Chi trasmette i giusti valori fa qualcosa per gli altri, se è questo lo accetto di buon grado. Ricostruzione? L’allenatore va via quando ha vinto il campionato. Dopo una sconfitta c’è sempre una vittoria, credo che con la giusta determinazione si raggiungono i risultati se non ci credessi me ne andrei”.
“Io qui c’entro poco, nella mia precedente vita ho fatto qualcosa nel calcio, il premio lo dedico a chi non vince i campionati e non sono famosi ma danno i giusti insegnamenti ai ragazzi. Tornare a fare l’allenatore? Me lo auguro, quando avrò il mio campionato che vuol dire cercare di ricostruire Amatrice e di non smarrire lo spirito di gruppo perché se stiamo in zona retrocessione come stiamo oggi il rischio è che ognuno giochi per sé. Per tornare ad allenare uno deve avere la testa giusta, essere equilibrato e sereno e in questo momento le incombenze sono tante”.
“Il calcio ha fatto tanto però lo sport ha rappresentato per me una palestra di vita. Il fatto che in parte sono riuscito a superare questa sconfitta immeritata l’ho superato anche grazie al calcio perché mi ha insegnato che non si molla e che dopo una sconfitta la colpa non è degli altri ma bisogna mettersi in discussione”.
“Me lo aspettavo? Io dal 24 agosto non mi aspetto più niente, la vita cambia ogni giorno. Prima era un allenatore e un sindaco in tempo di pace oggi sono un sindaco in tempo di guerra. Il sindaco è il mio lavoro. Ho una grande indennità che è quella di 660 euro al mese, sono questi i costi della politica italiana”. “Chi avrei voluto incontrare oggi? Mi aspettavo ci fosse Oronzo Canà, era il mio idolo perché in quindici non perdi mai”.