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    Pallotta e Pjanic, 'alto tradimento'

    Pallotta e Pjanic, 'alto tradimento'

    • Adriano Serafini
    Alto tradimento. Poco importa poi da dove arrivino le colpe maggiori, perché quando sulla strada della Roma compare il nome della Juventus, tutto il resto non conta. L'ormai imminente passaggio in bianconero di Miralem Pjanic ha cominciato ad insinuarsi nella tarda serata di ieri, quando tra un'indiscrezione l'altra, cominciava a montare la protesta dei tifosi romanisti. Social network intasati da continue richieste di informazioni e qualche primo insulto verso la società giallorossa, rea di aver tradito le attese e i proclami rilanciati a gran voce negli ultimi giorni dal presidente Pallotta. Già, perché il numero 1 statunitense, infastidito dalla presenza massiccia dei cronisti che quotidianamente lo seguono (nessun tifoso è stato però segnalato fuori dagli uffici dello studio Tonucci), è diventato il principale colpevole del tradimento, non tanto per la possibilità di perdere uno dei pezzi più pregati della rosa, quanto per aver prestato il fianco ad una diretta concorrente, da sempre 'nemica' storica del mondo giallorosso.
    Per questo non è stato esentato anche Pjanic, pesantemente insultato sui propri canali social e durante le trasmissioni dell'intricato etere romano.
    E mentre da Torino cominciano a giungere continui messaggi di benvenuto, il tifo romanista prova ad accettare lo smacco del giocatore, spostando la paura verso chi potrebbe decidere di seguirlo sulla via dell'addio. Non sarà certo la Juventus una delle possibili destinazioni future di Nainggolan, ma le frasi riportate ieri dal centrocampista durante il ritiro della nazionale belga, non possono che lasciar proseguire la paura che l'incubo non sia ancora finito. Inn molti nella capitale da questa mattina, hanno già sfogato le proprie preoccupazioni, tra chi gli consiglia di rimanere a Roma con dignità a chi lo invita ad andarsene più in fretta possibile seguendo le vie del vil denaro. 
    Se per qualcuno sarà difficile comunque smaltire a breve la delusione nel vedere il bosniaco con la maglia bianconera, qualcun altro è già proiettato al futuro: "Sì, ma adesso chi prendiamo al suo posto?". Considerando le difficoltà legate al rispetto dei parametri del fair play finanziario e il successivo controllo dei conti in vista della chiusura del prossimo bilancio, l'interrogativo è più che legittimo. 
     
     

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