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Romamania: Pallotta 'communication', una strategia che non funziona
Il nervosismo registrato a poche ore dal ritorno negli States è stato l'ultimo degli aspetti che il presidente della Roma James Pallotta non aveva ancora mostrato pubblicamente. Il sorriso solare e il pollice alzato che spesso hanno contraddistinto le sporadiche tappe romane, questa volta si sono infranti di fronte alla rabbia e alla frustrazione dei tifosi romanisti, increduli di fronte all'addio 'juventino' di Pjanic. Senza dubbi lo scenario peggiore che la parte giallorossa della capitale si sarebbe potuto augurare.
Anche perché le rassicurazioni erano arrivate in più di un'occasione, non sempre in linea con il pensiero dei dirigenti di Trigoria, ma nette e decise contro quelle che spesse sono state definite come invenzioni o esagerazioni mediatiche.
E poco meno di una settimana fa, qualche minuto dopo lo sbarco allo scalo di Ciampino, i contenuti non erano cambiati: "Non vogliamo cedere nessuno, Nainggolan e Rudiger non si muovono, così come Pjanic anche se per lui c'è una clausola che sinceramente non è un mio problema".
La migliore delle notizie per i tifosi, spaventati più che altro dalle scadenze finanziarie legate al prossimo e imminente 30 giugno. Anche su questo Pallotta non aveva avuto dubbi: "Non sono preoccupato per il fair play finanziario, non è vero che abbiamo l'obbligo di rientrare per 30 milioni".
Parole che a Trigoria avevano creato invece preoccupazione, soprattutto di fronte alla trattativa avviata, anzi praticamente conclusa, tra Rudiger e il Chelsea, pronto a versare 25 milioni più bonus nelle casse giallorosse. L'infortunio del tedesco ha poi cambiato nuovamente i piani, costringendo la società a spostare l'obiettivo su Pjanic, l'unico in grado di risolvere le problematiche legate ai bilanci.
La 'protezione' di Pallotta si è quindi sciolta di fronte alla delusione della piazza, che si è sentita tradita da una promessa che all'interno della società tutti sapevano di nn poter mantenere.
Un rapporto difficile quello del presidente con i propri sostenitori, incrinato nel recente passato e mai più recuperato. Dai 'fucking idiots' (termine che Pallotta utilizzò contro chi aveva esposto degli striscioni all'Olimpico che causarono la squalifica del settore) alle 'bugie' sul mercato. Una strategia che finora non ha mai pagato.