Palermomania:| Un po' di sano equilibrio
Proprio come il Palermo in trasferta cambia faccia, diventando il gemello brutto di quello che vince e convince al 'Barbera', così i tifosi schizofrenicamente si esaltano e si abbattono a distanza di un risultato. Ma fin quando lo fanno i tifosi, che stanno vicini alla squadra proprio in virtù del loro amore - sentimento per definizione ondivago -, non c'è nulla di male. Ci si stupisce, invece, se a cambiare radicalmente giudizio è qualche addetto ai lavori. Su questo Palermo, largamente rifondato e ringiovanito con un lifting sulla carta d'identità - l'età media non raggiunge i 26 anni - piovono troppe critiche. E se è vero che nel calcio, come in tante altre cose, la verità assoluta sono i numeri, come ci si può lamentare di una squadra sesta in classifica?
Tutti, prima del via, avrebbero firmato per un posizionamento del genere a fine stagione. E tutti lo farebbero anche adesso. Il calendario non ha dato una mano, perché la truppa di Mangia ha fatto scalo nelle peggiori piazze della serie A, dove ci sta di perdere. Certo, tornarsene sempre con le pive nel sacco non fa piacere a nessuno, e nel sacco ci finisce un guazzabuglio di domande. Con il massimo della franchezza, però, bisogna riconoscere che il Palermo è questo; anzi, sta facendo meglio di quanto l'organico, almeno sulla carta, potesse lasciare immaginare. Chiedere di più è troppo.
Scendendo a patti con l'obiettività, sicuramente si sta più sereni. Vincere oggi e perdere domani è un fatto anche fisiologico. L'isterismo fa solo del male. Adesso si pensi a un altro dato numerico: le trasferte impossibili (o quasi) sono finite. E il Palermo è lì, a soffiare sul collo di club che in estate hanno investito molto di più e che sulla griglia di partenza erano pronti a sgommare. Con delle gite fuori casa in discesa, magari, il Palermo potrebbe fare un salto che nemmeno un malato d'ottimismo si sarebbe disegnato in testa. Di contro, se il Palermo questo salto non lo facesse, nessuno potrebbe puntare il dito. L'equilibrio, di sicuro, è molto più sano della mania di processare. Il più delle volte senza fondamento.