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  • Palermomania: qui si Mangia bene

    Palermomania: qui si Mangia bene

    Bello il calcio, la più strana altalena del mondo. Un giorno sei lì, in basso, e non ti conosce nessuno, al punto che i tifosi si chiedono 'chi è questo Mangia?'; l'indomani sei più intervistato di un primo ministro e quasi quasi ti vengono le vertigini. Da precario di lusso - 90mila euro netti all'anno sono un sogno per tutti, ma il mondo pallonaro, si sa, ha sede nell'isola che non c'è - a taumaturgo 'Guardioleggiante' prima e 'Wengereggiante' poi, almeno negli improbabili paragoni di Zamparini. Che quando parla così ci fa balzare sulla sedia, perché il buon Maurizio - mago delle scelte improbabili - a volte è più lunatico di una donna innamorata e tradita. Preferiremmo che il presidente si godesse il brivido dell'altalena, vivendo alla giornata. Un po' come fa questo simpaticone lombardo, che beve ogni goccia e mangia (pardon, Mangia) ogni mollica della sua giornata.

    Adesso per Devis viene il difficile. Deve gestire la sbornia e continuare a lavorare. I segnali sono molto incoraggianti: ieri pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti, Mangia è stato un martello con tutti i suoi uomini. 'Gioco dove vedo', 'gioco e mi muovo', 'pressing sul portatore' sono gli slogan che magari qualche giocatore del Palermo si sognerà la notte. Meticolosità a parte, Mangia si è dimostrato parecchio intelligente. Intanto risvegliando l'entusiasmo che il gruppo depresso di Pioli aveva nascosto in un cassetto. Poi ripartendo dalle certezze, Miccoli in primis. Fino a tre settimane fa, il capitano ribolliva di rabbia in panchina e meditava l'addio; adesso è di nuovo il re a cui è concesso il beneficio di momenti di pigrizia in fase di non possesso e la possibilità di sguinzagliare il suo estro infinito.

    L'altra certezza era (è) Migliaccio. Mangia ha trovato il giusto compromesso tra l'ammanco di tecnica a centrocampo qualora avesse inserito Giulio e non Della Rocca al fianco di Barreto, e il letale autogol se avesse estromesso uno degli ultimi baluardi ancora non strappati al Palermo. Con questa mediana tanto dinamica che deve far girare in fretta il pallone, Migliaccio sarebbe andato in crisi, perché lui è un demolitore e non un architetto. La sensazione è che la sua pelata avrà vita lunga in difesa. Con la magia del suo destro, Miccoli ha calciato Gasperini dietro la lavagna; con l'arte dell'entusiasmo, Mangia ha riacchiappato per i capelli il Palermo dal regno dei morti; e con il suo ardore Migliaccio ha tappato qualche buco di troppo davanti a Tzorvas.

    Per adesso, a Palermo, il materiale per un film abbonda. Sarebbe stato un peccato rovinare la festa espellendo Migliaccio sull'1-1 per quell'evidentissimo tocco di braccio che avrebbe dovuto condurre al rigore, al 2-1 per l'Inter e alla partita incanalata su binari in direzione Milano. Ma la dea bendata ha preferito bendare anche l'arbitro Brighi. Non si poteva rovinare un così bel film. La magnifica altalena del calcio ha leggi tutte sue, difficilmente intellegibili per l'occhio umano.

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