Palermomania:| Sì, liberiamo Migliaccio
Cambiano presidenti, dirigenti, allenatori, figurarsi i giocatori, quand'anche senatori. La storia di Giulio Migliaccio non fa differenza: l'addio ormai in caldo del centrocampista campano non deve gettare nel dramma i tifosi del Palermo. Dopo cinque anni con la maglia rosanero, il gladiatore del 'Barbera' sente l'esigenza di misurarsi con nuove avventure, e cavallerescamente lo avrebbe già comunicato al presidente Zamparini. Come da tradizione per la società di viale del Fante, il patron non punterà i piedi, accontentando uno dei suoi pupilli.
Scelte. Tutto sommato comprensibili, perché Migliaccio ha dato tutto al Palermo - ricevendo anche tanto - e probabilmente sente svuotato il termometro delle motivazioni. Fino all'ultima stilla di stagione, però, il numero 8 si è spremuto anche in maniera esagerata, come quando ha giocato con una mini-frattura a un dito del piede finendo col procurarsi noie muscolari. Senza dimenticare i traslochi continui tra centrocampo e difesa per lui che si sente a tutti gli effetti un primattore della mediana. Ma per il bene della squadra sarebbe andato anche in porta se un allenatore glielo avesse chiesto.
Bisogna anche dire che Migliaccio non andrà all'Inter, al Milan o alla Juventus. Al momento gli strizzano l'occhio l'Atalanta (sarebbe un ritorno), il Genoa e la natia Napoli, sebbene non si sia andati oltre dei semplici abboccamenti. Forse non è soltanto questione di ambizioni, come lottare stabilmente per l'Europa o per la nobiltà della Serie A. Forse c'è qualcosa di più: Giulione, che sarà amato vita natural durante da ogni curva, vuole iniziare un nuovo ciclo. Questione di cambiamento, che non sempre è figlio dei soldi. Specie per un uomo di valore come Migliaccio.