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    Palermomania:| Rossi prepara l'addio

    Palermomania:| Rossi prepara l'addio

    Giunto al limite dello zamparinamente sopportabile, meno di due mesi fa il patron Maurizio ha cacciato Rossi. Gliene aveva dette di cotte e di crude, ma le spalle larghe dell'ottimo Delio - come persona e come allenatore in egual misura - avevano mantenuto sano il giocattolo Palermo, che barcollava ma era ancora una squadra. Cosmi si è dimostrato la scelta più sbagliata che si potesse fare; non tanto per il valore intrinseco dell'Uomo del Fiume, quanto perché quel Palermo poteva e doveva essere guidato dal sergente buono che lo aveva ideato e plasmato. Per fortuna Zamparini si è ravveduto. Come quegli uomini che capiscono quanto amano una donna solo dopo averla persa. È capitato, capita e capiterà.

    Adesso l'imprenditore friulano farebbe carte false per avere Rossi anche il prossimo anno. In più ha dalla sua un'opzione per rinnovare automaticamente il contratto. Ma in certe situazioni quei pezzi di carta valgono meno di una banconota da 25 euro: tenere a forza un allenatore non è conveniente. Sarebbe come accettare in casa l'ex fidanzato della propria donna: prima o poi il vivamaria scoppia. Rossi, un sentimentale più che un tornacontista, ha superato i problemi con il presidente senza però averli dimenticati. Lo ha fatto perché la città lo adora, idem la squadra, e poi perché ci tiene a terminare il suo lavoro. Ricominciare daccapo mettendo una pietra sopra non è nel suo stile. I grandi uomini le ferite verbali - le più terribili - se le portano dentro.

    E così i ruoli si sono invertiti. Da Zamparini che esonera Rossi a Rossi che esonera Zamparini. Il tecnico romagnolo non si è nascosto, annunciando che la permanenza dipende solo da lui. Anche perché 'non mi interessano i contratti, penso piuttosto a essere al centro del progetto', ha ripetuto spesso. Una verità da sottoscrivere appieno. Per averlo ancora con sé, la gente di Palermo può solo sperare che Delio faccia prevalere l'amore del presente al dolore del passato. Come disse Bacone, però, la speranza è buona come prima colazione, ma è una pessima cena. Se non è convinto, Rossi non va avanti. E lui convinto di restare non lo è per niente. 

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