Palermomania:| Rivincite e regali
La sculacciata di domenica sera ha lasciato il segno delle cinque dita sul groppone della Lazio, che ancora piange. Qualcuno grida, qualcuno col suo proverbiale stile si dimette, perché non permette: non permette che venga prima depauperato e poi screditato il suo lavoro. Altre storie, che riguardano solo di striscio un Palermo rinato sotto la cura Mutti. Nelle ultime sei partite, quattro vittorie, un pareggio e una sola sconfitta sul filo del rasoio di Cagliari. Per il resto un Budan redivivo, un Miccoli in stato di grazia e in odor d'azzurro - almeno sperano - e un presidente Zamparini che accosta, scherzando, Mutti a Mourinho.
Armarsi di turibolo per sparare incenso su di loro è troppo facile, e allora allarghiamo il mirino. Donati è stato il normalizzatore che Mutti è stato dalla panchina. Presenza fissa a centrocampo, muscoli, fosforo e geometria hanno sublimato il salto di qualità. E pensare che l'ex Bari, probabilmente, avrebbe risolto i problemi di tante squadre ancora più in vista. Cecità di dirigenti santoni troppo esterofili. Le amenità di Massimo, peraltro, hanno avuto un effetto domino sul reietto - almeno per qualche tifoso miope - Barreto, che nelle ultime giornate si era ingiustamente beccato qualche fischio. Adesso, in una posizione più sua, il paraguaiano è tornato a spargere il suo gioco, un misto di randellate e inserimenti con il timbro delle papagne dalla distanza.
Per adesso al Palermo va tutto bene o quasi, e sull'onda dell'entusiasmo gli Icaro della situazione sognano l'Europa. Noi ci sentiamo di sposare i canti della società, che predica calma perché 'questo è un anno di transizione'. Se si va troppo su con le idee, il tonfo rischia di essere troppo doloroso. Cercando la giusta via di mezzo, la squadra di Mutti ha già in tasca la salvezza ma non deve chiedere troppo all'aleatorietà di un campionato sì folle, ma con troppe formazioni superiori. L'Europa sarà per un'altra volta, ma di tanto in tanto togliersi qualche soddisfazione è il cioccolatino che ci vuole. Lo hanno scartato Budan, Miccoli, Mutti. E oggi anche Barreto. Se lo meritava.