Palermomania:| Quando la ruota gira
Altro che restituzione dell’Imu, cancellazione delle multe di Equitalia o quattro milioni di posti di lavoro: per fare il colpaccio elettorale, Berlusconi dovrebbe promettere di ammansire Zamparini. Scherzi a parte, a Palermo è andata in scena una querelle felliniana: Perinetti 'il buono' prende il posto di Lo Monaco, che 132 giorni prima aveva preso il posto di Perinetti perché serviva il sergente di ferro. Adesso, a quanto pare, la durezza (eccessiva) è anacronistica. A Zamparini va dato atto che non annoia mai. E che non intende mollare di un centimetro quando si deve decidere sulle sorti del suo giocattolo preferito.
L’ex amministratore delegato voleva comandare il suo capo. Inevitabili le scudisciate. In realtà i rapporti tra i due galli del pollaio erano tesi molto prima di quanto hanno voluto far intendere Zamparini e Lo Monaco. L'ex deus ex machina del Catania paga un totalitarismo che è andato perfino oltre la volontà del presidente. Il caso-Brienza ne è la cartina tornasole: Lo Monaco ha voluto cederlo a tutti i costi mandando su tutte le furie il patron e Gasperini. Il trequartista adesso all'Atalanta non le ha mandate a dire: secondo lui, Pietro da Torre Annunziata ha voluto 'tagliare le teste di Perinetti'. Peccato che così facendo ci abbia rimesso la propria.
Lo Monaco, inviso a gran parte dello spogliatoio per un burbero interventismo che non guardava in faccia nessuno, adesso è solo un ricordo. Il presente - nonché passato e si spera anche futuro - ha le sembianze rassicuranti di Perinetti, che ha messo da parte l'orgoglio fatto a pezzi da Zamparini per il bene del Palermo. Questi sì che si chiamano attributi. In un momento di isteria collettiva, quando si rischia perfino lo scollamento coi tifosi, serve fare gruppo, al di là della venatura retorica della frase. Perinetti ha parlato alla squadra, ha speso una parola di conforto per tutti, ha dispensato tranquillità. Adesso mancano i risultati, lapalissianamente la parte più importante. Buona fortuna Giorgio. E anche a te, Alberto (Malesani).