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    Palermomania:| Piano coi miracoli

    Palermomania:| Piano coi miracoli

    Si fa presto a dire miracolo. Ma il Palermo sabato ha semplicemente fatto qualcosa di normale. Il problema è che da queste parti la normalità non era più di casa da tempo. Non si vinceva dal 24 novembre, guarda caso di sabato. Poi i turbinii di allenatori, giocatori, direttori sportivi. Alzi la mano chi, alla vigilia di Pasqua, si aspettava un Palermo redivivo, capace di sgambettare una Roma che veniva da cinque risultati utili consecutivi. Eppure, complice la spocchiosa baldanza degli uomini di Andreazzoli, un normale miracolo è accaduto.

    Adesso non si dica che Sannino è il salvatore della patria. A parte che una rondine non fa primavera - dicitura abusata di questi tempi, ma vabbè -, il successo di sabato potrebbe essere un fuoco fatuo, una goccia di illusione nel mare di disperazione dei tifosi rosanero. Uscire senza i tre punti da Genova non sarebbe drammatico, ma quasi. Intanto, però, all'allenatore campano vanno ascritti un po' di meriti. Prima di tutto ha evitato di fare danni, mandando in soffitta quel 4-4-2 improponibile con questo Palermo, dopodiché ha sistemato alcune cose.

    Rispolverare Donati davanti alla difesa ha dato i suoi frutti. L'ex Bari è l’unico in grado di dare un po' di geometrie, e infatti il Palermo è tornato a giocare in verticale. La presenza di Donati come schermo davanti ai centrali, peraltro, consente agli altri centrocampisti, Kurtic in primis, di dedicarsi di più alla fase offensiva. E poi Ilicic: contro la Roma è sembrato trasformato. Sannino è stato l'unico in grado di fargli capire che deve rincorrere gli avversari. Questo sì che è un miracolo. Il resto è ordinaria amministrazione, come sentire Kurtic che dice di 'voler fare la guerra in ogni partita'. Normale, direte voi. Ma non certo a Palermo.

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