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    Palermomania: Nemo propheta in patria

    Palermomania: Nemo propheta in patria

    • Salvo Ferrara
    Sfondiamo una porta aperta e lo sappiamo a priori, ma è giusto parlarne. Quando si lavora così bene sul settore giovanile, si potrebbe facilmente intuire che ciò lo si fa esclusivamente o quasi con un intento e cioè portare linfa vitale alla prima squadra. Il Palermo è da sempre considerato uno dei fiori all'occhiello dell'intero panorama nazionale per quanto concerne la valorizzazione e la crescita dei giovani, tuttavia questa opera si arresta improvvisamente con l'approdo alla formazione primavera e non c'è alcun passaggio concreto alla prima squadra.
     
    Negli anni la storia si è ripetuta, ma partiamo dal passato fino ad arrivare alle recenti cessioni. Era l'8 giugno 2009 quando la Primavera rosanero allenata da Rosario Pergolizzi conquistava a Trento il primo scudetto della storia del club di Viale del Fante. Quel giorno, contro il Siena, scese in campo la seguente formazione: Ingrassia;  Adamo, Cossentino (17' st Costantino), Romeo;  Corsino, Temperino, Davi, Mazzotta;  Conti (34' st Pitarresi); Hernandez, Misuraca. In panchina c'erano Polizzi, Cappelletti, Pellegrini, Siragusa e Maltese. Diversi erano gli elementi davvero validi e svariati i palermitani di nascita. Purtroppo a parte Abel Hernandez, gli altri giocano altrove. Non dimentichiamoci il difensore Emanuele Terranova, prodotto della nostra terra e passato dal Palermo senza esito.
     
    Non solo con Rosario Argento, ma anche con Dario Baccin l'intero settore giovanile palermitano ha raggiunto risultati importanti fino alla recente qualificazione per le Final Eight.
     
    Oggi si apprende che diversi ragazzi lasciano la Sicilia. Il palermitano Giulio Sanseverino è stato ceduto a titolo definitivo al Savoia dopo aver collezionato tre presenze in A e una in B con i rosa. Inoltre sono state rese note le cessioni, sempre a titolo definitivo, di Gianluca Di Chiara e Mauro Bollino.
     
    Ormai, almeno su questo fronte, nulla ci sorprende più, ma restiamo convinti del fatto che, in un momento in cui il pallone si è letteralmente sgonfiato a causa della crisi, un lavoro del genere sul settore giovanile vada portato avanti fino in fondo e non buttato via a metà strada. E' chiaro che pensare ad un Palermo dei palermitani come succedeva tanti anni addietro o ad un Palermo costruito esclusivamente con prodotti interni del vivaio è praticamente impossibile, ma rinforzare il collante fra prima squadra e settore giovanile farebbe bene alla società stessa ed è un modello abbastanza utilizzato.
     
    Speriamo si possa innescare una forte riflessione su questo argomento che attualmente resta un tabù e chissà perché, ma guai a dire o, peggio, a pensare che, calcisticamente parlando, nella nostra isola non ci siano giovani che meritino delle occasioni e, soprattutto, rispetto.
     

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