Palermomania:| Miccoli, ma ti conviene?
Fabrizio Miccoli sfoglia la margherita. Qualche giorno fa il Romario del Salento ha fatto sapere che resterà 'al 50%'. Dal canto suo Zamparini ha scaricato la patata bollente nelle mani del capitano: 'Sarà lui a decidere se rimanere o andare via', ha dichiarato il presidente. Cercando di incastrare i tasselli, il quadro non risulta chiaro, tutt'altro: Miccoli si mantiene democristiano in attesa di incontrare faccia a faccia il patron e capire i reali programmi del Palermo. Un proposito legittimo quello del numero 10, che tuttavia dovrebbe fare altre riflessioni. Di sicuro non gli servono i nostri suggerimenti, tuttavia glieli diamo lo stesso.
Sull'onda di un'altra stagione straordinaria in barba agli infortuni e all'annus horribilis del Palermo, Miccoli ha messo a segno 17 gol (16 in campionato e uno in Europa League), staccando Radice e diventando il miglior bomber rosanero della storia. Una palma che già di per sé gli varrà sempre l'amore incondizionato dei tifosi. Al di là delle reti e del (plus)valore tecnico, comunque, dopo cinque anni alle falde di Monte Pellegrino Miccoli identifica l'attaccamento alla maglia: ormai è un palermitano ad honorem, un titolo platonico - ma immenso - che fa il paio con quello di cittadino onorario di Corleone. Una doppia medaglia sul petto, reale e virtuale.
In Italia nessuno si accollerebbe il suo ingaggio da 1,2 milioni più premi, un macigno anche in riferimento ai 33 anni che Fabrizinho compirà a settembre. A causa della scure del tempo, il fisico non è più quello di una volta, tant'è vero che Miccoli sovente è stato costretto a dare forfait per delle noie muscolari. A Palermo, piazza medio-alta del calcio italiano, il Pibe di Nardò è un re; qualora emigrasse, per trasferirsi magari in Medio Oriente e adagiarsi su cuscini di petrodollari, diventerebbe un predicatore del calcio, ma nel deserto. È questo che vuole alla sua età, non più verdissima ma nemmeno grigia, quando ha da spendere ancora un paio di stagioni ad alto livello? Fabrizio, pensaci. E quella margherita, per adesso, riponila in mezzo al libro dei ricordi di Palermo, ancora tanto, tanto rosa.