Palermomania:| Miccoli, sarà tutto vero?
'Avevo deciso di non parlare per un po', ma siccome in questi giorni ne ho sentite di tutti i colori, eccomi qui'. Fabrizio Miccoli si improvvisa addetto stampa e convoca i giornalisti. Per spiegare la sua verità. Per tagliare - di più, tranciare - le propaggini polemiche di Lecce-Palermo. Al 'Via del Mare', domenica, di sicuro non è stato integerrimo. Ha sì segnato su punizione come non faceva da tre anni, ma per tutto il primo tempo si è auto-confinato sulla sinistra senza mai tentare l'affondo. In pratica, non ha giocato. Quello splendido gol in pieno recupero ha aperto la voragine di sentimenti che invano, prima della gara, quel bonsai di umanità aveva tentato di chiudere.
In un mondo dove la bugia è un'ideale e la sincerità un anfratto guardato con sospetto, il comportamento di Miccoli ha scatenato il caos. Negli spogliatoi si è isolato - parole sue - e qualche lacrima è scesa a rigargli il volto. Rossi, prima che un allenatore un grande uomo, se n'è accorto e l'ha sostituito. Di fatto, Fabrizio non ha chiesto il cambio, ma dopo aver dato la stura alle sue emozioni davanti a tutti, cosa avrebbe potuto fare il tecnico? Andremo pure controcorrente, ma non ci è piaciuto l'atteggiamento di Miccoli, la cui mancata convocazione all’andata, prima di Palermo-Lecce, era passata sotto silenzio. Chissà, forse perché a disposizione c'erano Pinilla, Hernandez e Maccarone. 'È emotivamente troppo coinvolto', spiegò Rossi. Ma l'emozione e la professionalità da sempre cozzano. E la forbice si amplia quando la professionalità frutta unmilioneduecentosessantamila euro netti a stagione.
Col vaso di Pandora ormai spalancato, Miccoli ha affibbiato a ciascuno le sue colpe, se così si possono definire. Al Lecce, che 'non mi ha mai cercato veramente, nemmeno quando il Benfica mi prese in prestito per 900mila euro: andai io da Semeraro ma lui non mi volle. Non avevano una cifra del genere da spendere?'. A De Canio, che nei giorni scorsi ha parlato di 'promessa non mantenuta da Miccoli'. Il numero 10 del Palermo ha squarciato il velo di retorica: 'Macché promessa! Mi hanno chiamato il 31 mattina: volevano che andassi da Zamparini a chiedergli di liberarmi in prestito per sei mesi. Ma posso mai fare una cosa del genere proprio con lui, l'unico che mi cercò dandomi fiducia al mio rientro dal Portogallo? Forse è meglio che metto una pietra sopra al Lecce: non andrò mai a giocarci, piuttosto smetto prima'. Infine a se stesso, 'perché ho sempre parlato troppo del mio legame col Salento'.
Per buttare un po' di acqua sul fuoco, De Canio ha fatto prontamente marcia indietro: 'Scherzavo, se ho mancato di rispetto al calciatore o al Palermo chiedo scusa'. Come un bambino che beccato con le mani nella marmellata si giustifica dicendo 'la mangio altrimenti va a male'. A questo punto bisogna credere alla parola 'fine' tra Miccoli e il suo amato Lecce? Forse sono dichiarazioni dettate dal momento e sospinte dalla rabbia, che immancabilmente spurga quando c'è di mezzo il cuore. E proprio per questo, crediamo che il filo (giallo)rosso che lega le due parti non si sia affatto spezzato. È solo questione di tempo. Sperando che intanto il cuore, il dovere di Miccoli e le beffe amare del calcio non si mettano di nuovo in mezzo.