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  • Palermomania:| Metti un giorno a pranzo...

    Palermomania:| Metti un giorno a pranzo...

    Quattro sconfitte su cinque trasferte, sei gol subiti (tre in una volta, col Milan, poi tre 1-0) e nessuno segnato, soltanto un punticino in cascina. Aggiungici che in casa la Juventus ha vinto tre volte e pareggiato due, ed è l’unica squadra ancora imbattuta. Se poi riannodi i fili del presente con quelli del passato, ti ricordi che il Palermo è corsaro a Torino da tre stagioni di fila: 2-1, 2-0 e 3-1 sul campo della Vecchia Signora, adesso ringiovanita dal lifting dei milioni di euro. La legge dei grandi numeri prima o poi torna a tiranneggiare. L’organico è più forte, depurato da mestieranti travestiti da botti e migliorato da campioni senza maschere in faccia (Pirlo); Conte ha il dna giusto per la Juve e adesso la Juve si lascia cullare su altezze che la storia le aveva sempre assegnato prima che gli anni recenti se ne dimenticassero.

    Detta così, andare allo Juventus Stadium sembra avere l’utilità di spalare neve all’equatore il giorno di Ferragosto. Seguendo la strada tracciata dalla cabala però, i tabù magari si sfatano proprio quando gli indizi suggeriscono il contrario. Sta di fatto, come ha detto il presidente Zamparini, che il Palermo non ha niente da perdere. Di più: dalla partita contro la Juventus il Palermo può solo guadagnare. I rosa sono messi benissimo in classifica e nessuno potrebbe razionalmente permettersi di bastonare chi va ko nel catino dei favoriti (o quasi) per lo scudetto. Specialmente quando la squadra è nuova, all’inizio di un ciclo.

    La truppa di Mangia, inoltre, è accarezzata dalla tranquillità di non avere nessun obiettivo reale in questo campionato, se non stazionare sul lato sinistro della classifica e di valorizzare i suoi giovani. Si dice spesso che i risultati migliori si ottengono sulle ali della spensieratezza, quando il calcio si riscopre sport e non assillante business. E allora, per domenica, ci auguriamo solo che il Palermo giochi spensierato. L’importante è uscire da Torino dopo aver raschiato il fondo del mordente, non dopo aver spalato neve all’equatore.

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