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    Palermomania:| Mercato, i p(r)ezzi giusti

    Palermomania:| Mercato, i p(r)ezzi giusti

    Tre grossi acquisti, una scommessa a costo zero, un'operazione in prospettiva, un paio di rientri e cinque cessioni in prestito. Il mercato del Palermo non ha sparato botti; semmai Luca Cattani i colpi li aveva assestati prima, con la licenza del silenziatore durante gli ultimi giorni di gennaio, durante i quali ha pensato solo a sfoltire la rosa. Missione non totalmente compiuta, in quanto sono rimasti ad appesantire l'organico Alvarez, Lores e Milanovic. Poco male: Mutti aveva bisogno degli innesti giusti al posto giusto, e la mission rattoppa-squadra è andata a buon fine.

    Viviano è uno dei pochi portieri in Italia a garantire un buon credito di punti a fine campionato, mentre Donati è il giusto mix tra solidità, tecnica ed esperienza che mancava al centrocampo. Vazquez ha le stimmate del talento, ma la benevolenza di madrenatura va inquadrata nel calcio nostrano, mai troppo tenero coi ballerini sudamericani. Mehmeti è un oggetto misterioso, ma fonti interne del Palermo assicurano che le qualità ci sono. Sembra strano a dirsi, però il vero fiore all’occhiello della campagna acquisti non è ancora arrivato: è soltanto prenotato. Nicolas Viola è uno dei migliori prospetti della serie B, e con un blitz Cattani si è assicurato uno dei possibili migliori centrocampisti di qualità del futuro. I migliori acquisti, comunque, erano già in casa.

    Troppo facile parlare di Miccoli, fuoriclasse già nella leggenda con i suoi 64 gol che gli valgono la palma di miglior bomber della storia rosanero. Mantovani è assorto a nuova vita grazie alla cura di Mutti, scaltro nel rimetterlo al centro della difesa, come alle origini nel Torino; Budan, invece, è risorto come l'araba fenice e per adesso sta riempiendo al meglio la casella dell'attaccante mancato in questi mesi. Doveva essere Pinilla, che invece è andato a cercare fortune altrove. Stesso discorso di Cetto, che non si è calato a modo nella realtà di Palermo. Benussi, Simon e Di Matteo, invece, hanno salutato la Sicilia per giocare. Magari la ritroveranno, magari no. Prima del futuro c'è il presente, che è stato onorato con acquisti chirurgici. Senza strafare o comprare tanto per comprare; il Palermo, del resto, non poteva permetterselo.

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