Palermomania:| Meglio convincere che vincere
Vincere è propedeutico per continuare a vincere. Di solito si dice così. È una pillolina blu per il morale, accresce l'autostima e ti svolta la stagione. Ma per questo Palermo, a nostro parere, adesso serve qualcosina in più dei tre punti strappati di riffa o di raffa. Con il Napoli e la Lazio si è visto un gioco timido, sterile. Anzi, di gioco non se n'è visto proprio. Sannino, seppur privo di sette nazionali, nell'ultima settimana ha avuto modo di lavorare per instillare nei suoi giocatori concetti che ancora tardavano a diventare merce da spendere sul campo.
La speranza, domani contro il Cagliari, è di vedere una squadra con un filo logico. Un punto colto col gioco è meglio di tre guadagnati rubacchiando? Per chi scrive, sì. Nel calcio, spesso e volentieri, sono gli episodi a far veleggiare tante partite in una direzione o in un'altra, ma senza una formazione che sappia davvero cosa fare col pallone tra i piedi - ma anche in fase di non possesso - finisce che una rondine non fa primavera. Anzi, magari ti senti più forte di quel che realmente sei. E poi, a ogni piè sospinto, rischi di prendere mazzate.
Senza giocatori in grado di vincere le partite da soli, in questo campionato il Palermo deve attrezzarsi con la forza, sicuramente meno aristocratica, dell'organizzazione. Pena un'annata tra i bassifondi. Ci auguriamo di ammirare una squadra non scollata, corta tra difesa e centrocampo, con il pallone che giri veloce e Miccoli non abbandonato a se stesso in un tristissimo deserto offensivo. Più mordente negli uomini in campo e una corsa in più per aiutare il compagno. Più di Cossu o dell'ex Pinilla, domani a saggiare i progressi del Palermo dovrà essere il Palermo stesso.