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    Palermomania:| Mantovani e Donati per ripartire

    Palermomania:| Mantovani e Donati per ripartire

    Dopo la rivoluzione totale o quasi della scorsa stagione, anche quest'anno il Palermo cambierà pelle. Molto più di quanto non dicano le bocche di Zamparini e Perinetti o le ingessature di un mercato asfittico con più saldi che soldi. Molte certezze partiranno perché si sentono degli ex in pectore, qualche scommessa è stata persa e qualche altra non vuole giocare ancora alla roulette. Di contro, in mezzo a un campo che sembrava a maggese, contro ogni aspettativa sono cresciuti due pilastri ai quali aggrapparsi.

    Mantovani e Donati, per un serie di motivi, hanno preso in mano il Palermo. Senza che nessuno gliel'abbia chiesto, con uno sforzo naturale sono diventati dei leader. Il difensore torinese, una vita al Chievo e una reincarnazione in Sicilia, ha coltivato il suo orto solo nella seconda parte di stagione, con Mutti generale di una ricollocazione tattica dopo la defenestrazione, per certi versi inspiegabile, di Mangia. Silvestre è stato un buon sodale, il leader della difesa: adesso toccherà a lui assumere quel ruolo. Forse accanto a un altro grosso nome, più probabilmente da guardiano di un giovane.

    Figlio di una carriera spesa in diverse tappe, Donati ha costruito le sue fortune tra Bergamo, Glasgow e Bari. Massimo è uno di quei casi per i quali è stata coniata la dicitura 'avrebbe meritato di più', ma a 31 anni forse è troppo tardi per ricominciare e troppo presto per piangere sul latte versato. A gennaio ha cavalcato la bella intuizione di Cattani e Zamparini diventando in pochi giorni la panacea della sterilità del Palermo in cabina di regia. Il centrocampo, già dal ritiro in Trentino, sarà affollatissimo, ma ripartirà di lui, solida certezza in un'accolita di giocatori. Mantovani e Donati sono il fortino che resiste al vento del cambiamento. Le rivoluzioni, dopotutto, devono cominciare da fondamenta solide.

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